Il posto più brutto
Per alcuni bambini la casa può essere il posto più brutto del mondo. In Italia sono migliaia i bambini vittime di trascuratezza e maltrattamenti all’interno delle mura domestiche.
Cesvi lancia oggi la petizione #LIBERITUTTI un appello alle istituzioni e ai nostri rappresentanti politici perché si investa maggiormente in servizi dedicati alla prevenzione e alla cura del maltrattamento all’infanzia e si migliorino quelli già esistenti.
Dall’Indice regionale sul maltrattamento all’infanzia in Italia realizzato da Cesvi emerge che sono quasi 6 milioni, tra bambini e adulti, le persone che nel nostro Paese sono o sono state vittime di maltrattamenti durante l’infanzia. Di questi, quasi 100.000* sono i casi conosciuti di bambini maltrattati. Si tratta di numeri sottostimati e di un fenomeno ancora sommerso: l’ONU ha stimato che per ogni caso conosciuto di maltrattamento di bambini ce ne sono almeno altri nove che rimarranno nascosti.
Il maltrattamento sui bambini è la conseguenza ultima di una situazione di disagio che coinvolge i genitori, le famiglie e l’ambiente nel quale i bambini crescono: tra il 60% e il 70% dei bambini/e tra i 2 e i 14 anni di età ha vissuto episodi di violenza in casa. Al maltrattamento si accompagna spesso la trascuratezza: nel mondo il 16,3% dei bambini è vittima di negligenza fisica e il 18,4% di trascuratezza emotiva. Gli effetti della trascuratezza possono manifestarsi con un ritardo nel raggiungimento delle principali tappe evolutive, con disturbi dell’apprendimento oppure con un atteggiamento di eccessiva ricerca di affetto e attenzione da estranei (e il conseguente rischio di esposizione ad altri abusi), una forte chiusura e una sfiducia verso l’altro.
L’indice regionale di prevenzione e cura del maltrattamento sui minori, che sintetizza 65 indicatori sui fattori di rischio e sui servizi nei territori, evidenzia dei forti squilibri territoriali tra Nord e Sud del paese: le regioni che presentano il migliore livello di benessere complessivo dei bambini/e rispetto al tema del maltrattamento sono l’Emilia Romagna, il Veneto, il Friuli Venezia Giulia, il Trentino Alto Adige, l’Umbria, la Toscana e la Valle d’Aosta. Il Sud presenta le maggiori criticità e le più elevate condizioni sfavorevoli rispetto alle probabilità dei bambini/e di subire maltrattamento. Tra le regioni con l’indice più basso si rilevano la Campania, la Calabria, la Sicilia e la Puglia, a conferma di una difficoltà strutturale del sistema rispetto a questa problematica.
«Nel quadro delle emergenze sociali, il maltrattamento dei bambini è il fenomeno forse peggiore, non solo per la sproporzione di forze tra il maltrattante e il maltrattato e per il tradimento della fiducia che i più piccoli ripongono negli adulti, ma anche per le conseguenze che si producono sulla salute dei maltrattati nel medio-lungo termine, sul loro equilibrio psico-fisico e, più in generale, su tutta la società. Gli ex bambini maltrattati – dichiara Daniela Bernacchi, CEO&General Manager Cesvi – sono gli adulti di oggi che vivono sopportando un pesante fardello di dolore che influenza il loro modo d’essere, e spesso scaricano sui figli il proprio disagio. Si viene a generare così un circuito vizioso di trasmissione tra genitori e figli, che solo un intervento esterno, quale ad esempio quello dei servizi pubblici, può interrompere».
Di fronte ad un quadro così drammatico, riteniamo indispensabile che lo Stato si impegni in modo concreto nella prevenzione e cura del maltrattamento all’infanzia e nel migliorare l’efficacia e l’efficienza dei servizi già esistenti. Dall’Indice sul maltrattamento di Cesvi emerge infatti come i servizi siano più presenti nelle regioni in cui ci sono meno rischi. Al contrario, nei territori dove i fattori di rischio sono più critici si possono osservare servizi particolarmente deboli. Solo i servizi sui territori sono effettivamente in grado di influenzare e di intervenire sulla riduzione dei fattori di rischio.
Abbiamo inoltre bisogno di strumenti normativi e amministrativi che facilitino la costruzione di politiche di medio-lungo termine per la prevenzione del maltrattamento dei minori: se si vuole prevenire il maltrattamento all’infanzia occorre infatti intervenire sugli adulti e sui fattori di rischio: povertà, disoccupazione, malattie mentali, dipendenze ecc.
Siamo convinti che anche tu la pensi come noi. Per questo ti invitiamo a firmare la petizione: il tuo aiuto è prezioso per difendere la felicità di tanti bambini liberandoli dalla spirale della paura e della solitudine.