CESVI interviene nelle più gravi emergenze umanitarie del mondo: situazioni complesse che possono essere causate da calamità e disastri naturali oppure dall’azione dell’uomo.
In tutti i teatri più difficili CESVI porta la solidarietà dell’Italia, garantendo aiuti salvavita, protezione delle categorie più deboli e ponendo le basi per ricostruire il futuro.
Nelle peggiori emergenze umanitarie (terremoti, alluvioni, epidemie, carestie, guerre), CESVI affianca alla prima assistenza la capacità di costruire ripresa e sviluppo puntando sul protagonismo dei beneficiari.
Intervenire nelle emergenze umanitarie è parte della nostra storia. A metà dagli anni ’90 CESVI è intervenuta nei Balcani sconvolti dai conflitti etnico-religiosi. Ha operato nella Bosnia croato-musulmana e serba e nell’Albania in preda alle rivolte; in Kosovo per assistere la popolazione di etnia albanese e poi partecipare alla ricostruzione; in Macedonia ha creato nove “Centri Babylon” per favorire la pace e la convivenza tra bambini di etnie diverse.
Nel 1997, CESVI è stata la prima Ong occidentale ad aprire un ufficio a Pyongyang, capitale della Corea del Nord stremata dalla crisi economica e dalla carestia creando un Centro di Nutrizione Infantile.
Negli anni, sono state tante le emergenze umanitarie che ci hanno visto in prima linea: lo tsunami nel Sud-est asiatico (2004), il terremoto ad Haiti (2010), le inondazioni in Pakistan (2010-11 e nel 2022-23), il terremoto in Emilia Romagna e in Centro Italia (2012 e 2016), il terremoto in Nepal (2015), l’uragano Matthew ad Haiti (2016), la pandemia di COVID-19 (2020-2022), la guerra in Ucraina e la crisi di rifugiati nei Paesi confinanti (2022), la siccità estrema nel Corno d’Africa (2022), il terremoto in Turchia e Siria (2023), le emergenze in Marocco e Libia (2023) e il conflitto nella Striscia di Gaza (2023).
Alcune emergenze, purtroppo, sono ancora sotto gli occhi di tutti. La carestia e la siccità che hanno afflitto il Corno d’Africa a partire dalla crisi del 2012 continuano a peggiorare, causando gravi conseguenze in Etiopia e Somalia, ma anche nell’Africa Sub-sahariana come in Zimbabwe. Paesi in cui storicamente CESVI interviene nelle emergenze umanitarie per contrastare gli effetti del cambiamento climatico e rafforzare la resilienza della popolazione agli shock naturali, in particolare con interventi di sviluppo agricolo, sia per garantire nutrizione adeguata a mamme e bambini malnutriti.
La Guerra in Ucraina, scoppiata nel 2022, continua a destabilizzare la vita della popolazione, provata sotto il profilo psicologico, con una vera emergenza legata alla salute mentale e anche dal punto di vista fisico a causa del deterioramento delle strutture sanitarie. Qui CESVI, intervenuta immediatamente e la prima italiana ad entrare a Bucha, è ancora presente sul campo (a Bucha, Kiev, Mykolayiv, Kherson e Kharkiv, Donetsk) per sostenere le persone colpite, sia dal punto di vista psicosociale che sanitario, oltre che per garantire la loro sicurezza. In particolare, attraverso l’apertura dei Child Safe Space, abbiamo assistito migliaia di bambini e le loro famiglie garantendo supporto psicosociale oltre ad attività ludico-ricreative dedicate ai più piccoli e alle loro mamme.
Da sempre noi di CESVI consideriamo prioritario essere al fianco dei bambini, e proprio a loro è rivolta la nostra principale attenzione quando interveniamo nelle emergenze umanitarie in contesti gravemente colpiti. Come in Ucraina, anche in Turchia, Libia e Marocco, abbiamo attivato, nell’ambito del Programma Case del Sorriso i Child Safe Space, spazi a misura di bambino, dove potersi sentire accolti, protetti e condividere momenti insieme ai propri coetanei.
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