Al fianco delle donne migranti venezuelane e delle donne colombiane: il progetto ALMAS di CESVI con AICS

L’America Latina ha visto negli ultimi 5 anni il più grande flusso migratorio interno della sua storia, con quasi 7 milioni di persone[1] che hanno lasciato il Venezuela per raggiungere i Paesi vicini. Da oltre un decennio, infatti, il Venezuela è colpito da una crisi che ha condotto la Nazione al collasso economico con conseguenze drammatiche sul piano umanitario. Attualmente sono oltre 20 milioni le persone che, nel Paese, hanno bisogno di assistenza umanitarial’82% dei venezuelani soffre di insicurezza alimentare e quasi il 70% versa in condizioni di povertà multidimensionale[2].

La principale destinazione della popolazione venezuelana in fuga è la Colombia, che attualmente accoglie oltre 2,8 milioni di rifugiati[3]. In Colombia, però, la condizione dei migranti non è facile e le criticità maggiori riguardano proprio le donne, molto esposte ai rischi di sfruttamento e violenza a causa della loro vulnerabilità economica. Le condizioni di precarietà aumentano, inoltre, il rischio di sfruttamento lavorativo, con tante donne costrette ad accettare impieghi non regolamentati o sottopagati.

«Nonostante l’introduzione del programma di Status di Protezione Temporanea (ETPV) e di altri programmi di regolarizzazione – spiega Roberto VignolaVice Direttore Generale di Fondazione CESVI – le donne migranti continuano ad avere molte difficoltà a entrare nel mondo del lavoro: la mancanza di accesso a programmi di formazione adeguati, unita alla discriminazione e agli stereotipi di genere, limita fortemente le opportunità di ottenere impieghi stabili e dignitosi, rendendo difficile per loro ricostruire una vita sicura. In Colombia le donne migranti lavorano di più, guadagnano meno e la qualità di condizioni del loro lavoro è inferiore a quella delle loro controparti colombiane».

Per rispondere a questa emergenza, CESVI con il progetto ALMAS (Azione per il Lavoro, la Migrazione e un’Accoglienza Sinergica in Colombia) contribuisce al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione venezuelana in Colombia, con specifica attenzione a donne e giovani nelle città di Santa Marta e Barranquilla, attuando un modello sostenibile che connette attori pubblici, privati, società civile e comunità migranti.

Il programma, in particolare, ha l’obiettivo di garantire l’inclusione socioeconomica delle donne venezuelane migranti e rifugiate, e delle donne colombiane, migliorando i servizi locali che permettono l’accesso alla formazione (utilizzo nuove tecnologie, servizi di cura dei bambini, attenzione psicologica e accompagnamento legale e orientamento) e favorendo l’occupazione e l’imprenditorialità. Tra le azioni principali, il progetto ALMAS propone servizi di cura dei bambini, supporto psicosociale e accompagnamento legale. Prevede poi nello specifico il coinvolgimento totale di 1.200 donne in percorsi di orientamento e apprendimentol’accesso a strumenti finanziari e di sviluppo imprenditoriale. «Attraverso il progetto ALMAS centinaia di donne, vittime di violenza e povertà, stanno costruendo il proprio futuro e la propria indipendenza economica. La maggiorparte delle beneficiarie, dopo il percorso formativo, sono riuscite ad avviare attività imprenditoriali che garantiscono a loro e alle loro famiglie sostenibilità e integrazione socio-economica» conclude Roberto Vignola.

Proprio nelle scorse settimane CESVI ha inaugurato un’opera d’arte urbana a Milano “ALMAS. VOCI DI CORAGGIO” dell’artista Pablo Pinxit, e con la curatela di Christian Gancitano, per celebrare la forza e la resilienza delle donne beneficiarie del progetto implementato in Colombia. L’opera racconta infatti il percorso di rinascita delle migranti venezuelane, delle donne migranti di ritorno colombiane e infine delle donne delle comunità ospitanti dei barrios periferici colombiani, coinvolte nel progetto in Colombia per l’emancipazione e l’inclusione socio-economica femminile. L’installazione artistica celebra poi più ampiamente la forza delle donne in contesti difficili, attraverso una narrazione ipertestuale sviluppata all’interno del Tunnel Reload di via Padova.

“Queste immagini raccontano le storie di donne che scelgono di riscattarsi da condizioni difficili, affermando la propria indipendenza economica e il diritto a uno spazio nella società. L’Agenzia è pienamente impegnata a sostenere questo percorso di autoaffermazione, contribuendo a una risposta integrata alla crisi migratoria. Un impegno che rafforza non solo la resilienza delle persone in mobilità, ma anche la loro capacità di integrarsi pienamente nelle comunità di accoglienza”, ha commentato Marco Riccardo Rusconi, Direttore di AICS.

L’iniziativa è stata promossa da Fondazione CESVI, con il contributo della Cooperazione Italiana, in collaborazione con Atelier Spazio Xpò, e con il patrocinio del Municipio 2 di Milano.

Ma il racconto del progetto ALMAS continua. Sarà infatti raccontato in un podcast del giornalista Valerio Nicolosi, che ha partecipato ad una missione in Colombia con CESVI. È già possibile ascoltare il trailer qui.

Scopri di più sul progetto nel video

[1] Regional Inter-Agency Coordination Platform for Refugees and Migrants from Venezuela (R4V), 2024.

[2] Consiglio europeo e Consiglio dell’Unione europea, 2025.

[3] IOM, 2024