“Ero triste quando la mia casa è stata dichiarata inagibile” è una frase ripetuta spesso dai bambini durante gli incontri di Scuola Resiliente, il progetto nato dalla collaborazione tra Cesvi e SIPEM SOS Marche a seguito dei terremoti nel Centro Italia. Sorprende sentire un bambino di 6 anni pronunciare la parola “inagibile”, solitamente estranea al vocabolario dei più piccoli.
Il progetto prevede la realizzazione di incontri di supporto psicologico per alunni, genitori e insegnanti con l’obiettivo di facilitare la gestione emotiva del trauma e il ritorno alla normalità.
“Gli incontri si rivolgono alle vittime di primo grado, ovvero coloro che hanno vissuto in modo diretto il terremoto, ma anche alle vittime di secondo grado, che l’hanno vissuto in maniera indiretta tramite amici o parenti, senza dimenticare le vittime di terzo grado che hanno visto ad esempio le immagini in televisione” – spiega Milena Paglia, referente Cesvi del progetto nelle provincie di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata – “Il disagio psicologico, infatti, può nascere ed esprimersi in modi molto diversi”.
“In questa situazione emergenziale e post-emergenziale, la scuola resta un punto di riferimento importante della comunità. È quindi dalla scuola che siamo partiti per strutturare un intervento in grado di stimolare la resilienza e supportare la gestione delle emozioni legate all’esperienza del terremoto” – sottolinea Elena Zito, psicologa e vicepresidente di SIPEM SOS Marche da 3 anni.
Il progetto prevede incontri con classi di bambini dai 6 ai 13 anni delle scuole primarie e secondarie di primo grado, e con i loro genitori e insegnanti. Durante gli incontri con gli adulti, si parla di cosa succede a livello emotivo e psicologico in situazioni di emergenza: quali sono i sintomi del disagio psicologico? Come riconoscerlo in se stessi e nei bambini?
“Cerchiamo di suggerire le strategie di comunicazione più efficaci, favorendo l’accettazione e la tolleranza del disagio in quanto conseguenza di una situazione traumatica e stressante” – continua Elena – “Ad esempio, ricordiamo l’importanza delle storie, intese sia come esperienze simili di genitori, nonni o bisnonni, sia come metodo con cui i bambini stessi possono raccontare il proprio vissuto”. “La normalizzazione è un concetto cardine dei nostri incontri: l’idea di condividere la propria esperienza e dare un nome alle emozioni rende la persona e il bambino più consapevoli di cosa accade, posando la prima pietra della ricostruzione del proprio benessere psicologico”.
“Sono stata contattata da Cesvi per la partecipazione al progetto Scuola Resiliente” – racconta Mara Amico, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Lucatelli di Tolentino (MC) – “Ho deciso di aderire subito e devo dire che gli incontri sono molto coinvolgenti e favoriscono la partecipazione diretta degli alunni”.
“Due sono i messaggi a mio parere più importanti e significativi” – prosegue Mara – “Innanzitutto, che la paura non è un sentimento di cui vergognarsi, ma che al contrario è normale e funzionale all’attivazione in caso di pericolo. E poi che la vicinanza di altre persone è un grande punto di forza, che ci fa sentire meno soli e meno fragili. La solidarietà che abbiamo ricevuto è stata qualcosa di enormemente importante per noi”.
È possibile contribuire a questo progetto anche con una semplice donazione online.
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Foto di Roger Lo Guarro