La situazione in Myanmar è gravissima a seguito del devastante terremoto che lo scorso venerdì ha colpito il Paese. Una scossa di magnitudo 7.7, seguita da una seconda scossa di magnitudo 6.4 e da numerose scosse di assestamento hanno lasciato una scia di distruzione, con un bilancio di vittime in costante aumento: oltre 2.056 morti, 3.900 feriti e centinaia di dispersi, ma secondo le stime del US Geological Service i morti potrebbero essere oltre 10mila.
La terra continua a tremare, e con essa, la speranza di migliaia di persone. Le città di Mandalay e lo Stato dello Shan meridionale sono ora paesaggi di macerie, dove le case sono diventate cumuli di detriti e le strade squarciate da crepe profonde. Le persone vivono per strada, senza casa e nel terrore di nuovi crolli. I soccorsi procedono a rilento a causa dei danni alle infrastrutture e delle località isolate.
Dona ora per sostenere l’intervento di CESVI in Myanmar.
Il team CESVI è già sul campo proprio nelle regioni di Mandalay e nello Stato dello Shan meridionale, entrambe aree già interessate dai nostri progetti.
“Ci sono diverse aree del Paese colpite in maniera devastante. Le forniture elettriche sono molto limitate e le comunicazioni spesso interrotte. Ma stiamo cercando di portare avanti una risposta umanitaria il più possibile efficace. Abbiamo 3 squadre sul campo che ci descrivono una situazione di distruzione diffusa. I nostri team da un latostanno organizzando le prime azioni, e dall’altro raccogliendo dati e analizzando bisogni e necessità della popolazione” racconta il capo missione CESVI Paolo Felice. “L’ingresso dei beni umanitari nel Paese è molto complesso, ma noi di CESVI siamo presenti da molti anni in Myanmar e grazie alla conoscenza del territorio e dei fornitori siamo in grado di far arrivare gli aiuti in maniera più rapida. Ma le difficoltà sono comunque molte” conclude Felice.
“La nostra organizzazione è specializzata nel supporto ai bambini e alle bambine perché lavoriamo in queste zone per garantire l’assistenza scolastica laddove questa era interrotta a causa del conflitto. Il nostro primo obiettivo è di avviare il prima possibile interventi di educazione in emergenza per consentire ai bambini e alle bambine di non perdere la scuola, cosa che comporterebbe conseguenze gravi a lungo termine” – dichiara il direttore generale Stefano Piziali – “In secondo luogo acqua e cibo sono le necessità a cui stiamo cercando di far fronte reperendole per ora nelle zone vicine a quelle più colpite dal sisma” ha concluso.
L’epicentro del sisma, nel cuore della Dry Zone, vicino a Mandalay, ha colpito una regione già provata dalle alluvioni causate dal tifone Yagi lo scorso anno, e con una popolazione di 1,5 milioni di persone. Secondo le prime stime, le persone direttamente esposte al sisma sono più di 7,3 milioni (OMS).
Le infrastrutture sono state gravemente danneggiate: strade, ponti, ospedali e persino aeroporti. Lo stato di emergenza è stato dichiarato in diverse regioni, già afflitte da conflitti interni e sfollamenti, dove il sistema sanitario è al collasso.
L’emergenza sanitaria è critica: la mancanza di acqua potabile aumenta il rischio di epidemie, mentre la necessità di cure mediche urgenti è altissima.
Il terremoto ha colpito un Paese già in ginocchio, con 19,9 milioni di persone bisognose di aiuti umanitari e 3,5 milioni di sfollati (OCHA). La situazione dei bambini è particolarmente allarmante, con 6,5 milioni in stato di bisogno.
Un’ondata di caldo estremo, con temperature oltre i 40°C, rende la situazione ancora più insostenibile. L’arrivo dei monsoni, previsto per maggio, aggiunge un’ulteriore urgenza alla necessità di fornire soluzioni abitative.
Noi di CESVI, presenti nel Paese da oltre 20 anni, siamo impegnati sin dai primi momenti per fornire aiuti immediati e contribuire ad una risposta nel lungo periodo, portando acqua potabile, cibo e rifugi temporanei e sostenendo l’infanzia colpita. Ogni aiuto è vitale per sostenere queste comunità che hanno perso tutto. Dona ora.