Dopo la Guerra civile che ha colpito il Tajikistan tra il 1992 e il 1994, molte cose sono cambiate per la popolazione. L’uso che avevano gli anziani di tramandare conoscenze e pratiche ai più giovani è venuto meno, e i genitori hanno cominciato a seguire con sempre meno attenzione i propri figli: il duro periodo di ripresa ha intaccato negativamente la vita e le abitudini di tutti. Per questo i ragazzi sono diventati sempre meno socievoli, sempre meno reattivi agli stimoli.
Quest’atteggiamento ha influito su moltissimi aspetti della loro quotidianità, e non da ultimo sulla loro capacità di aggregazione e sulla loro predisposizione al lavoro di gruppo. La collaborazione e lo spirito di squadra sono invece prerequisiti indispensabili a una corretta gestione dei rischi correlati ai disastri naturali. Neanche sui pericoli delle colate di fango i ragazzi sanno nulla, perché sono anni che nella città di Kulob non ne capitano di particolarmente dannose, ma il rischio è sempre in agguato.
Gli studenti della scuola del villaggio di Chorbogh, in provincia di Kulob, non sapevano quasi nulla di disastri naturali prima di iniziare le attività con UNICEF e Cesvi.
Khudobashi Obidhuja, uno studente del 10° anno, racconta: “È capitato che preparassimo delle performance a tema o che ci riunissimo in occasioni particolari con gli altri compagni di classe, ma il tema era sempre incentrato sui rischi legati al fumo e ai comportamenti poco salutari. Io ero timido e intervenivo poco”. Boboeva Sayohat invece dice che non c’è molta sintonia tra compagni, se non nel parlare di cose futili.
Il progetto “Supporto alle autorità scolastiche per la diffusione della DRR/DRM* e per il rafforzamento del settore educativo”, realizzato da UNICEF in partnership con Cesvi e l’Agenzia Generale Europea per la Protezione Civile e l’Aiuto Umanitario, nasce per sopperire alle carenze dei ragazzi in termini di risposta all’emergenza e riduzione dei rischi. Sono state selezionate due scuole pilota in cui operare, in due distretti del Tajikistan: Rudaki e Kulob. A partire da novembre 2016 sono state condotte indagini, incontri, lezioni ed esercitazioni che hanno visto coinvolti gli studenti, insieme ai genitori, agli insegnanti e ad altro personale scolastico. Lo scopo ultimo è quello di ridurre l’impatto della paura e abbassare così la vulnerabilità ai disastri naturali dei soggetti, a livello individuale, familiare e di comunità.
Bambini e ragazzi hanno partecipato portando avanti dei “Gruppi Giovani” allenati alla “Disaster Risk Reduction” , e organizzando performance teatrali sullo stesso tema e sulla “Disaster Risk Management”. Il riscontro è stato molto positivo, ed è emerso come l’entusiasmo dei ragazzi sia stato trasmesso poi ai genitori, coinvolti nelle attività che hanno visto protagonisti i figli. L’auspicio è che sia solo il principio di un più ampio coinvolgimento dell’intera comunità.
Khudobakhsh è felice di come sono andate le attività: “Questo approccio è diverso. Ora sono informato sui disastri e sono capace di diffondere i messaggi appresi grazie all’insegnamento diretto o al teatro. Sento di poter essere un leader per gli altri ragazzi a scuola, sento che potrei avere un seguito tra loro”.
Sayohat dice: “Sono contento di essere un membro del “Gruppi Giovani”, e mi piace anche che sia un gruppo molto affiatato. Mi sono fatto tramite per la mia comunità dei messaggi che ho recepito, e allo stesso tempo ho sviluppato delle competenze di comunicazione, sconfiggendo la timidezza e l’introversione. Tutte le sere ora discuto con la mia famiglia sugli argomenti della “Disaster Risk Reduction”, li trovi davvero molto interessanti”.
Il progetto ha dimostrato che con l’insegnamento e il supporto necessario si può contribuire ad avere comunità preparate, che siano a loro volta capaci di rispondere e ridurre i rischi correlati ai disastri. Da qui l’importanza del motto: “Facciamoci trovare pronti!”.
*“Disaster Risk Reduction” e “Disaster Risk Management”