Per la Giornata Mondiale della Terra 2014, Cesvi ha scelto di raccontare con un video il progetto castaña amazonica, più conosciuta come noce del Brasile: guarda il video
Un progetto paradigmatico – spiega Elena Cipollini su Io Donna – che mostra come l’agire locale possa dare risposte a temi globali come la sostenibilità ambientale e sociale. Il prelievo del frutto (nutrizionalmente molto ricco) non solo è compatibile con la salvaguardia della biodiversità, ma promuove la migliore alimentazione e lo sviluppo di 4.282 castañeros e delle loro famiglie facendone dei “custodi della foresta”. Il progetto castaña fa parte di una grande iniziativa del Cesvi di gestione delle risorse naturali, nata all’inizio degli anni Novanta per difendere le comunità native – e con loro la foresta – in uno dei più grandi santuari della biodiversità: la regione MAP (Madre de Dios in Perù; Stato di Acre in Brasile; Dipartimento di Pando in Bolivia). Insieme alla castaña Cesvi promuove l’estrazione controllata del legname contro ogni forma di disboscamento e sfruttamento insostenibile del territorio, come la caccia di specie animali a rischio d’estinzione e l’estrazione dell’oro dai fiumi con il mercurio (che uccide i pesci e con essi una delle principali forme di sostentamento).
Non si tratta di un modello replicabile altrove, ma di un’iniziativa che dimostra che per promuovere lo sviluppo sostenibile può bastare la diffusione delle conoscenze. Il dono delle conoscenze. Un dono che arricchisce chi lo riceve ma anche chi lo fa. Soprattutto conoscenze locali che, promuovendo le pratiche migliori, rendono le attività economicamente sostenibili. Conoscenze globali, come l’uso della tecnologia GPS, che ha consentito negli anni di rendere possibile il controllo del territorio forestale.
Jacques-Yves Cousteau alla Conferenza di Rio 1992 sullo sviluppo sostenibile raccontò la storia di una piccola estinzione: nel settimo secolo i polinesiani colonizzarono un’isola lussureggiante, ma nel diciassettesimo secolo gli olandesi scoprirono un’isola brulla: l’Isola di Pasqua, abitata solo da poche centinaia di cannibali. Eppure c’erano i moai, statue gigantesche, testimonianze di una grande civiltà estinta per la crescita demografica combinata con lo sfruttamento eccessivo delle risorse.
Gli scienziati contano che sul pianeta Terra siano avvenute almeno cinque grandi estinzioni e qualcuno osserva che, data la quantità di biodiversità distrutta dall’uomo, ne sia in corso una sesta. Dobbiamo intervenire sulle cause dei cambiamenti climatici, difendere acqua e terra dallo sfruttamento eccessivo, combattere lo spreco nella produzione, distribuzione e consumo e prepararci a un pianeta con 9 miliardi di abitanti nel 2050. Con questa consapevolezza, Cesvi affronta il futuro con ottimismo, forte delle proprie esperienze di gestione delle risorse naturali nella foresta Amazzonica o nei grandi parchi africani, nella difesa del diritto alla terra dal land grabbing per le donne dell’Uganda, nello sviluppo agricolo nelle aree secche con una migliore gestione delle acque in Zimbabwe e in Myanmar, promuovendo la resilienza comunitaria nelle aree colpite dai disastri naturali accentuati dai cambiamenti climatici.