Il 6 febbraio è la Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili, istituita dalle Nazioni Unite con una risoluzione approvata all’unanimità il 20 dicembre 2012. La risoluzione ha dichiarato la messa al bando universale delle mutilazioni genitali: tuttavia, ancora oggi, ogni anno 3 milioni di ragazze vengono sottoposte a questa pratica.
In tutto il mondo, si stima che la pratica interessi attualmente 130 milioni di donne, residenti maggiormente nelle zone rurali.
Per esempio, in Somalia, la mutilazione viene spesso eseguita in condizioni antigieniche da ostetriche di villaggio inesperte che utilizzano strumenti come coltelli, rasoi o addirittura vetri rotti. Al di là del dolore fisico, la mutilazione genitale produce a lungo termine gravi danni fisiologici, sessuali e psicologici e può avere pericolosi effetti anche sulla prole al momento del parto.
In Somaliland e in Puntland, dove Cesvi è impegnato in progetti di protezione delle fasce vulnerabili (donne, bambini e poveri), i governi hanno bandito queste pratiche con leggi e normative specifiche, che però stentano ad essere applicate a causa della scarsa capacità istituzionale dei governi stessi.
E così, l’anno scorso, nel campo profughi Stadium della città di Hargeisa, in Somaliland, lo staff Cesvi del progetto di “Protezione dei Minori” – sostenuto dalla Commissione Europea – ha cercato di diffondere una maggiore consapevolezza attraverso la realizzazione di un cortometraggio.
Grazie alla professionalità e alla dedizione dei divulgatori sociali, il cortometraggio è stato interamente ideato, sceneggiato e interpretato dai membri della comunità.
La commedia, seppure in tono simpatico, affronta il dramma di questa pratica sociale effettuata in molti Paesi dell’Africa e del Medio Oriente, che si lega sovente ai riti di iniziazione delle giovani che vengono circoncise prima della pubertà.
Un’informazione che miri ad un graduale cambiamento di attitudine è la principale forma per combattere la mutilazione genitale femminile o almeno per farla diminuire.
Proprio a questo serve il cortometraggio di Cesvi, che è stato distribuito e proiettato in vari centri comunitari, ad Hargeisa e anche in altre città del Somaliland, coinvolgendo le famiglie, i leader comunitari e spirituali e tutti i membri delle comunità, specialmente i giovani che in futuro diventeranno, a loro volta, genitori.
Un primo passo verso un cambiamento reale.