Cesvi presenta il policy paper Building livelihood and community resilience: l’obiettivo è individuare un framework politico e alcune best practice per la costruzione e il rafforzamento della resilienza di quelle comunità che vivono in contesti fragili e instabili, partendo dall’analisi di due progetti sul campo.
Cesvi ha commissionato questo lavoro a ODI (Overseas Development Institute), un think tank indipendente che promuove il progresso e lo sviluppo delle persone più povere in tutto il mondo.
La resilienza è per Cesvi un aspetto fondamentale per la progettazione e richiede un approccio flessibile, in grado di adattarsi al contesto di riferimento. La ricerca si basa sull’analisi di due casi studio relativi a Somalia e Zimbabwe, dove Cesvi ha sviluppato progetti tesi alla costruzione e al rafforzamento della resilienza delle comunità locali.
In Somalia i conflitti etnici e le frequenti siccità hanno reso le comunità locali estremamente fragili: Cesvi è intervenuto all’interno del programma Building Resilient Communities promosso dal consorzio BRCiS dal 2013. L’approccio per costruire la resilienza si è evoluto nel tempo ed è stato costruito sulla base delle caratteristiche delle comunità stesse e delle loro necessità, migliorandone la capacità di anticipare, assorbire e adattarsi agli shock antropici e ambientali. Sono stati rafforzati i mezzi di sussistenza, elementi chiave per la resilienza, in 100 comunità nel sud e nel centro del Paese con un particolare focus sui soggetti vulnerabili come donne e sfollati interni.
Lo Zimbabwe sta vivendo da decenni un declino della produzione agricola e la situazione economica continua a peggiorare anche a causa delle siccità ricorrenti. In questo contesto Cesvi lavora per migliorare la sicurezza alimentare e i mezzi di sussistenza in due regioni del Paese attraverso una gestione agricola sostenibile, integrata e diversificata. La “Shashe initiative” ha permesso il passaggio da un’agricoltura tradizionale di sussistenza a un modello basato sull’imprenditoria comunitaria fornendo l’accesso all’irrigazione a 200 agricoltori e alle loro famiglie.
Le raccomandazioni finali del paper evidenziano un framework politico e tracciano il percorso per interventi futuri in questo campo: forti partnership e legami tra autorità locali, comunità, donatori internazionali e settore privato sono la chiave per realizzare progetti sostenibili e orientati alla resilienza.
Foto di copertina: Giovanni Diffidenti