Restituire dignità attraverso l’igiene: sostenere le famiglie a Gaza nel mezzo del conflitto

Dall’escalation delle ostilità a Gaza iniziata nell’ottobre 2023, e con la ripresa dei combattimenti dal marzo 2025, la situazione umanitaria nella Striscia è diventata catastrofica. Più di 664mila persone sono state sfollate nuovamente in soli tre mesi, molte costrette a fuggire da tende e rifugi senza avere un posto dove andare. Le famiglie dormono per strada o in edifici parzialmente distrutti, aggrappandosi alla sopravvivenza in un paesaggio devastato.

Attualmente, oltre l’82% della Striscia di Gaza è soggetta a ordini di evacuazione o rientra in zone militarizzate. Questo significa che l’intera popolazione — più di 2,1 milioni di persone — è concentrata in un’area di circa 70 chilometri quadrati. Per fare un paragone: la popolazione di Gaza vive ora in un’area equivalente a un terzo di una città come Milano.

Allo stesso tempo, l’accesso alle famiglie bisognose da parte degli attori umanitari rimane estremamente limitato. Con il crollo della rete di distribuzione, folle disperate si radunano attorno ai pochi punti di distribuzione degli aiuti autorizzati dalle autorità israeliane — attualmente solo quattro sono operativi. Tragicamente, questi luoghi sono estremamente pericolosi: oltre 224 persone sono state uccise e più di 1.850 ferite mentre aspettavano cibo o cercavano di avvicinarsi ai convogli umanitari.

La fame è diffusa e continua ad aggravarsi. Più di 16.500 bambini sotto i cinque anni sono stati diagnosticati con malnutrizione acuta grave dall’inizio dell’anno, e almeno 141 sono stati ricoverati per complicazioni mediche potenzialmente letali. Tra le donne in gravidanza e in allattamento, quasi una su cinque soffre di malnutrizione acuta. Secondo l’OMS, almeno 554 persone sono state ammesse nei centri di stabilizzazione per gravi complicazioni legate alla fame.

In questo contesto, l’accesso all’acqua e all’igiene non rappresenta solo una necessità sanitaria, ma anche una forma di protezione e dignità. Eppure, il 90% delle infrastrutture igienico-sanitarie è stato danneggiato o distrutto e il 90% delle famiglie segnala insicurezza idrica. Con il carburante quasi esaurito in tutta Gaza, centinaia di pozzi rischiano di fermarsi completamente e gli impianti di desalinizzazione potrebbero cessare di funzionare. Senza carburante, è quasi impossibile anche distribuire la poca acqua rimasta.

Raggiungere i più vulnerabili con interventi mirati

Per rispondere a questi bisogni urgenti, il progetto Multisectoral Relief Assistance in Gazafinanziato dal Ministero Federale degli Affari Esteri tedesco (GFFO) e implementato da CESVI in partnership con Welthungerhilfe (WHH) – ha dato priorità a una risposta igienico-sanitaria mirata e partecipata da parte della comunità, volta a salvaguardare la salute e a restituire un senso di controllo nella vita delle persone sfollate.

Nel corso del progetto, l’accesso all’acqua pulita e sicura è stato progressivamente ampliato: da 10mila persone raggiunte nel primo mese di attività, il servizio con i camion-cisterna ha sostenuto oltre 37.500 persone con acqua potabile ad aprile. Parallelamente, 23 accampamenti e rifugi sono stati dotati di latrine e cisterne d’acqua, migliorando le condizioni igienico-sanitarie per quasi 19mila persone.

Per promuovere pratiche salutari e prevenire focolai di malattie nei rifugi sovraffollati, CESVI ha distribuito kit igienici a 10.692 persone, con particolare attenzione a madri e caregiver. Tuttavia, la distribuzione di altri kit igienici resta sospesa a causa della chiusura dei valichi di frontiera di Gaza, conseguenza delle ostilità in corso e delle restrizioni all’accesso.

Inoltre, sono state condotte 275 sessioni di promozione dell’igiene nelle aree di Gaza City, Deir el-Balah e Khan Younis, raggiungendo 5.610 persone – tra cui 2.860 bambini – attraverso metodi partecipativi e adatti all’età come racconti, disegno e giochi. Queste sessioni sono state condotte da sei mobilitatrici comunitarie formate – anch’esse sfollate – che hanno svolto un ruolo cruciale nel costruire fiducia e favorire il cambiamento comportamentale, in particolare tra donne e bambini.

Una storia di trasformazione: il percorso di Noha

Per Noha, madre di quattro figli di Juhr Al-Deek, il progetto ha rappresentato un punto di svolta vitale in una vita devastata dalla guerra.

L’8 ottobre 2023, un bombardamento aereo ha distrutto la sua casa. Con il marito ferito e irraggiungibile, Noha è fuggita con i figli alla ricerca di un luogo sicuro. Hanno vissuto in tende e rifugi, spesso camminando per ore in cerca d’acqua e tornando con nient’altro che acqua di mare contaminata. “Giuro che vedevo i vermi nell’acqua, ma non avevamo scelta”, ricorda.

I suoi figli si sono presto ammalati di epatite, infezioni della pelle e malnutrizione. Quando CESVI ha organizzato una sessione di sensibilizzazione all’igiene nel suo accampamento, è stata la prima volta che Noha si è sentita di nuovo in grado di proteggere la sua famiglia.

“Ho imparato a pulire lo spazio dove viviamo, a usare meglio l’acqua e ad insegnare ai miei figli a lavarsi i denti. Lo shampoo ci ha aiutato a liberarci dei pidocchi. Piano piano, è sembrato che tornassimo a vivere”, racconta.

Dopo aver ricevuto un kit igienico di base, Noha ha iniziato anche ad aiutare altre madri. “Ho cominciato a condividere ciò che avevo imparato – come lavarsi le mani, tenere pulita la tenda, ridurre le infezioni. Anche quando non c’è nulla, qualcosa possiamo fare”, spiega. Oggi, è diventata un punto di riferimento per le altre donne del campo, trasmettendo silenziosamente strumenti di dignità e resilienza.

Un impegno collettivo

Nonostante le estreme difficoltà operative – tra cui la carenza di carburante, l’insicurezza e le restrizioni all’accesso – il progetto Multisectoral Relief Assistance in Gaza dimostra come una risposta igienico-sanitaria integrata possa efficacemente restituire dignità, salute e speranza. Dalla distribuzione dell’acqua al miglioramento delle infrastrutture, dalla consegna di kit igienici alle sessioni di sensibilizzazione, ogni attività ha contribuito in modo critico a migliorare la vita delle famiglie sfollate.

In un contesto in cui l’acqua pulita scarseggia, le infrastrutture crollano e ogni giorno è una lotta per la sopravvivenza, questo approccio integrato fa la differenza in modo tangibile – una differenza che va oltre i numeri, restituendo senso di controllo e resilienza a migliaia di persone.

© Foto di CESVI e Welthungerhilfe (WHH)