Dopo aver chiesto ai leader del G7 di “aprire le orecchie” alle richieste della società civile su 7 temi primari nella lotta alla povertà (fame, salute, educazione, clima, donne, migrazioni, sviluppo), con la campagna “7xSette – Sette storie per sette temi che necessitano ascolto” vogliamo portare testimonianza dei nostri sforzi concreti in questi ambiti d’azione.
Il nostro impegno per la salute in Myanmar
Nang Hae Loe è una giovane incinta, già madre di due figli; vive nel villaggio Kone Saunt, nell’estremo est del Myanmar. Ci racconta di quanto la gente del suo villaggio fosse legata alla medicina tradizionale, e della diffusa credenza che all’origine delle malattie ci fosse la magia nera, o le vendette degli spiriti degli spiriti Nat per non aver ricevuto i dovuti omaggi.
Con l’arrivo di Cesvi e delle sue cliniche mobili le cose però sono un po’ cambiate: ora la comunità ha un punto di riferimento a cui rivolgersi per l’assistenza sanitaria – prima il centro medico più vicino si trovava a cinque ore di motocicletta – , e i buoni risultati degli interventi medici hanno fatto il resto per convincere i più restii.
Fondamentale è stato il programma Malaria e Tubercolosi, promosso grazie ai finanziamenti del Global Fund, che ha consentito la distribuzione di zanzariere impregnate di insetticida contro la temuta zanzara portatrice del morbo. Nang Hae Loe si dice entusiasta delle nuove pratiche adottate, perché il fumo degli zampironi combustibili dava problemi respiratori al figlioletto asmatico.
Le cliniche mobili svolgono anche un’importantissima funzione di divulgazione informativa: il personale diffonde conoscenze sulla malaria e sulla tubercolosi, sulle cure sanitarie per trattarle e sulle misure di prevenzione da adottare per evitare il contagio. Con il supporto di Cesvi, Nang Hae Loe è convinta che il villaggio riuscirà a far tesoro di queste conoscenze, e che potrà estendere le pratiche sanitarie anche nelle aree più rurali.
Nang Hae Loe ci tiene molto a ringraziare Cesvi, anche a nome della comunità, per tutto il lavoro e l’impegno che sta dedicando alla sua gente. Dentro di sé serba una speranza: forse il bambino che sta per dare alla luce crescerà in un mondo in cui malaria e tubercolosi non fanno più paura.
Foto di copertina: Gianfranco Ferraro