Testo di Matteo Manara
Ogni anno a metà aprile, quando termina l’anno scolastico indiano, i bambini della Casa del Sorriso fanno temporaneamente ritorno presso le loro famiglie per un limitato periodo di vacanza a seguito del quale, a giugno, riprendono già le lezioni. La Casa si svuota e cade per qualche giorno in una calma quasi surreale, che normalmente annuncia anche agli operatori un po’ di meritato riposo.
È così che appare oggi la Casa del Sorriso di Cesvi a causa, ahimè, non del consueto termine delle lezioni, ma del diffondersi, anche a Chennai e nello stato indiano del Tamil Nadu, della pandemia COVID-19.
L’India è il secondo stato più popoloso del mondo. Ben oltre un miliardo di persone vivono concentrate in megalopoli delle dimensioni di Mumbai, Calcutta, Delhi, Bangalore, dove il Coronavirus ha generato non poco panico anche a causa della densità e numerosità della popolazione. Soprattutto i più poveri, mendicanti e piccoli commercianti informali che hanno perso ogni possibile fonte di reddito, si sono riversati al di fuori delle città, spesso morendo di stenti sulla via verso le campagne.
Intanto nel Tamil Nadu, genitori o parenti viventi dei bambini ospiti della Casa del Sorriso sono stati obbligati a ritirare i loro bambini in virtù del rigido lock-down istituito da parte delle autorità, con cui Cesvi ha concordato di mantenere attivo un monitoraggio telefonico per vegliare sulla salute dei piccoli ospiti – evitando così che vecchie problematiche familiari potessero riemergere.
Quanto deve essere stato triste per Adhavan e Madhavan, due fratellini orfani di undici e dieci anni rispettivamente, veder partire ancora una volta, come ogni primavera, tutti i loro amici e sapere che nessuno sarebbe venuto a prenderli! Per di più in un momento così difficile, con le notizie sul diffondersi del Coronavirus che scorrevano continuamente alla televisione.
I registri delle strutture di accoglienza che si sono occupati di loro prima dell’ingresso nella Casa del Sorriso, risalente ormai a tre anni fa, raccontano che furono abbandonati da una donna presso una fermata dell’autobus, a Chennai, nel 2011, quando erano poco più che neonati.
Oggi non vedono l’ora di riabbracciare i loro amici, di poter nuovamente giocare a pallone con loro, di condividere ogni giorno momenti di studio e gioco nella Casa del Sorriso.
Certo, nella Casa di Cesvi non gli manca niente… continuano ad essere seguiti, protetti e hanno tutto il cibo di cui hanno bisogno. Hanno persino stretto amicizia con il guardiano, che come tutti i guardiani che si rispettino normalmente ai bambini incute un po’ di timore…
Con il sostegno a distanza puoi aiutare molti bimbi come Adhavan e Madhavan a sentirsi meno soli, puoi essere la loro famiglia e prenderti cura di loro e anche della loro comunità. Supporta i bambini delle nostre Case del Sorriso, aiutaci a donare loro speranza per il futuro.