di Petra Bonometti, capo missione di Cesvi ad Haiti
Il nostro lavoro è stato intenso in questi mesi a causa della crisi alimentare causata dall’intensa siccità portata dal El Niño, fenomeno climatico globale che provoca riduzione delle piogge e, in epoca ciclonica, un’acutizzazione degli eventi metereologici con effetti devastanti soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Per queste regioni, El Niño significa perdita dei raccolti ed elevato rischio di disastri naturali.
Ad Haiti Cesvi lavora nel Dipartimento del Sud da 6 anni e i suoi interventi si sono focalizzati progressivamente sul rafforzamento delle capacità di resilienza delle popolazioni colpite dal cambiamento climatico e dalla malnutrizione. In seguito al peggioramento della situazione di emergenza e della sicurezza alimentare, Cesvi ha iniziato un vasto programma per rispondere alla crisi alimentare nel breve periodo e, al contempo, contribuire a ricostituire i mezzi di sussistenza delle famiglie delle zone rurali, con particolare attenzione alle donne incinte e in allattamento e ai bambini con meno di 2 anni.
Nell’ambito del programma finanziato da ECHO (Ufficio Aiuti Umanitari della Commissione Europea) e messo in atto dal WFP (Programma Alimentare Mondiale) a livello nazionale – di cui Cesvi è partner nel Dipartimento del Sud – abbiamo incontrato Rosemarie. Rosemarie e la sua famiglia vivono a Pastwalet, una località del comune di Aquin, in una delle zone più toccate dalla siccità. Ha 34 anni e 5 figli, la più grande di 14 anni, poi 3 bambini di 5, 4 e 3 anni e infine l’ultimo di 7 mesi. A prima vista Jean, il neonato, è più piccolo rispetto a un bambino della sua età, probabilmente a causa della malnutrizione. Jean non porta il pannolone, le risorse a disposizione non permettono certi lussi. La casa è costituita da una sola stanza in cui tutti e 7 i membri della famiglia vivono e dormono insieme, costruita sul terreno di una vicina, Joelle, da cui sono in affitto: i 50 dollari all’anno che pagano per la loro stanza rappresentano un grosso sacrificio. Sul terreno che include le due case non ci sono latrine, i bisogni si fanno in un buco scavato per terra a poca distanza dall’abitazione.
Un tempo Rosemarie e il suo compagno si dedicavano all’agricoltura e all’allevamento, ma ora non più: l’investimento non paga e il rischio è troppo alto. Sono ormai 5 anni che le piogge hanno subìto una riduzione drastica e coltivare significa correre il rischio di perdere la totalità del raccolto rendendo vani gli sforzi e le risorse investite. La situazione non fa che peggiorare. Gli animali sono morti in seguito alla siccità, per mancanza di cibo e di acqua. L’ambiente è talmente arido che non restano molte alternative per ricavare i soldi necessari per vivere: l’unico mezzo consiste nel ricavare il carbone e venderlo. Il carbone costituisce la maggiore fonte di energia nel Paese e la domanda non scarseggia. Ma questa strategia di sopravvivenza, che rappresenta un fattore di degradazione ambientale e di annientamento delle potenzialità agricole del territorio perché comporta l’erosione del suolo – oltre ad aumentare i rischi legati alle inondazioni e alle frane – è stata talmente sfruttata negli ultimi anni che si è ormai giunti al limite della sopportazione da parte dell’ambiente. Le piante scarseggiano e gli abitanti sono costretti a estrarre le radici per ricavare il carbone.
Il compagno di Rosemarie non c’è, è andato in cerca di radici di piante. Se tutto andrà bene, riuscirà a ricavare un sacco di carbone da vendere per l’equivalente di 50 gourdes, ossia meno di un dollaro. Rosemarie dice che un dollaro non è sufficiente per dare da mangiare a 5 figli. Si devono affidare molto spesso all’aiuto dei vicini. La figlia più grande di Rosemarie non va a scuola: l’ha abbandonata da quando le risorse sono troppo esigue per pagare l’iscrizione e le spese associate. Inoltre, la scuola più vicina è a due ore di cammino. Flamands è un villaggio sperduto tra i monti coperti da sterpaglie e arbusti secchi, con scarso o nullo accesso ai servizi di base. L’ospedale più vicino si trova a Fond de Blancs, a 2 ore in moto-taxi, per cui bisogna pagare almeno 10 USD per andare e tornare.
Attraverso la partnership con WFP, Cesvi doterà le famiglie più indigenti e vulnerabili di 150 dollari in tre mesi per far fronte alle necessità alimentari più pressanti e le sensibilizzerà affinché le risorse siano usate in modo pertinente e l’alimentazione familiare, per quanto povera, riesca a coprire i bisogni nutrizionali di base. Al contempo, un programma di rafforzamento dei mezzi di produzione sarà attuato con interventi di miglioramento dei versanti delle colline: riduzione dell’erosione, aumento delle coltivazioni di foraggio, dotazione e gestione appropriata del bestiame.
Tutto questo avverrà nel rispetto delle potenzialità del contesto e dei bisogni della popolazione, che in questo modo rafforzerà la sua capacità di affrontare la siccità nel lungo periodo.