Pink Mambas on the road: il diario di viaggio

Le Pink Mambas sono in viaggio verso Vilanculos, traguardo finale del Put Foot Rally!

Decise a sfidare gli stereotipi di genere, le quattro ragazze hanno lanciato un forte messaggio di tutela ed emancipazione delle donne: prima tappa del loro viaggio è stata la Casa del Sorriso di Cesvi a Cape Town, in Sudafrica. Qui hanno incontrato e parlato con le ospiti, donne vittime di violenza domestica o con trascorsi familiari complessi, raccogliendo le testimonianze del loro percorso di rinascita.

Lasciata la Casa del Sorriso, le Pink Mambas hanno inaugurato il vero e proprio viaggio nell’Africa più selvaggia a bordo della 4×4 “Ginger”.

Vi lasciamo con i ricordi e le immagini del loro emozionante diario di viaggio.

Occhi aperti sul mondo

Testo e foto di Valentina Prati

La Ginger è ricoperta da una spessa crosta di fango. Mentre il giovane benzinaio della stazione di servizio in Botswana inizia a irrorarla d’acqua, la polvere e la terra si sciolgono in rivoletti che raccontano i primi 4.500 km dello straordinario rally delle Pink Mambas nel continente africano.

Il viaggio è iniziato una mattina buia  e fredda in una cittadina non lontana da Cape Town, in Sudafrica, dalla quale ci siamo spostate nella lunare, desolata, spopolata Namibia, dove la vegetazione nasce già secca e il paesaggio ha il colore della sabbia.

Ci si può guidare per ore senza vedere altro che sassi, polvere ed erba secca; gli abitanti sono 2 milioni e mezzo per oltre 820.000 km2 (per capirci, l’Italia ne ha 60 milioni su un territorio di 300.000 km2).

Seguiamo la strada fino al cuore brunastro del Paese: è Sossusvlei, dove a separare il cielo blu e il terreno bianco coperto di sale ci sono alte dune color arancio intenso da cui si può scendere di corsa in linea retta, affondando e rimbalzando allo stesso tempo. Ci sentiamo un po’ le prime donne sbarcate sulla luna!

Nella nebbia della Skeleton Coast, che è costata la fortuna di molte imbarcazioni incagliatesi sui suoi infidi fondi sabbiosi, ci siamo ritrovate sperdute in una dimensione fatta di nulla e di vento. Fino al momento in cui abbiamo varcato il cancello d’uscita, dove il sole è tornato a brillare caldo e a toglierci tutti gli strati di indumenti pesanti indossati nelle prime fredde ore del mattino (l’abbiamo capito: svegliarsi alle 6.30 è un gran lusso se stai correndo per un rally).

Quando entriamo in Botswana passando per lo sperduto ufficio di frontiera di Dobe; siamo le prime a passarla e come tali abbiamo il privilegio di aprirne letteralmente i cancelli: la guardia è troppo svogliata per alzarsi e percorrere quei 100 metri che separano il suo ufficio dalla linea di confine.

Il paesaggio si fa più verde, più popolato: il Botswana è immenso ma più del 68% è ricoperto dal deserto del Kalahari. Le persone vivono nelle zone più rigogliose del paese.

La strada diventa per lo più asfaltata, ma è ricoperta di grandi buche che mettono alla prova ammortizzatori e tenuta di strada della Ginger, e riflessi e sangue freddo delle sue conducenti.

In Botswana, il consueto raduno dei partecipanti del Put Foot Rally si tiene nei Pans di Makgadikgadi: un’estesa rete di laghi ormai asciutti che hanno ricoperto il terreno di sale. Montiamo le tende mentre la luna crescente e le stelle iniziano ad apparire in cielo; il loro chiarore è raddoppiato dal riflesso sulla crosta di sale. Brindiamo scaldandoci intorno al fuoco: è uno dei luoghi più suggestivi che abbiamo mai visto.

È in Botswana che soddisfiamo quasi tutte le nostre manie faunistiche: tranne il raro rinoceronte in via d’estinzione, avvistiamo quasi tutti gli animali che speravamo, compreso un branco di leoni che banchetta sul cadavere di una vecchia giraffa. La leonessa capo branco fa la guardia, sdraiata sotto un albero cercando di digerire l’abbuffata.

Ginger è finalmente pulita; la sua carrozzeria lucida è pronta a sfidare i restanti 4.500 km che ci separano dall’arrivo. Siamo a metà viaggio, sia in termini di Paesi attraversati (3 su 6) che di km percorsi (sono 9.000 in totale).

Abbiamo ancora molta strada davanti; tempo da perdere non ne abbiamo, se vogliamo arrivare alla destinazione di oggi con la luce del sole. Siamo pronte a ripartire.

 

Se vuoi sostenere l’avventura delle Pink Mambas, partecipa anche tu al crowdfunding sulla loro pagina Facebook!