Lunedì 8 giugno alle ore 18:00, presso lo Slow Food Theatre, all’interno del Padiglione Slow Food in Expo Milano 2015, Cesvi, in collaborazione con CTM Altromercato, organizza una tavola rotonda per approfondire i temi dello sviluppo economico e della sostenibilità ambientale. I relatori Giangi Milesi, Presidente Cesvi e Vittorio Rinaldi, Presidente CTM Altromercato, racconteranno l’impegno a favore dello sviluppo delle comunità indigene e dell’uso sostenibile delle risorse forestali.
L’Amazzonia è il polmone della Terra: qui, in un’area di vastità pari al 42% dell’Europa, si concentra il 70% della biodiversità e scorre 1/5 dell’acqua dolce di tutto il pianeta. Un kmq di foresta contiene più di 75.000 specie di alberi.
Secondo recenti dati della FAO, in tutto il mondo, la riduzione lorda del suolo destinato a foreste è stata di 15,5 milioni di ettari l’anno e la più grande perdita in termini assoluti riguarda le aree tropicali del Sud America.
Da molti anni Cesvi lavora nella parte sud occidentale dell’Amazzonia, nelle regioni di Madre de Dios (Perù), Pando (Bolivia) e Acre (Brasile), dove si registra la maggiore concentrazione di piante tropicali e di biodiversità.
Oggi, con il progetto SuperA Perù – dove A’ sta per alimenti’ dall’alto contenuto di proteine, amminoacidi essenziali, vitamine ed oligoelementi sostenuto dall’Unione Europea, Cesvi rinnova il suo impegno a fianco delle comunità dei produttori di castaña, detta noce amazzonica, e di quinoa, con l’obiettivo di contribuire allo sviluppo economico sostenibile e di investire sullo sviluppo comunitario per affermare i diritti dei nativi dando loro la conoscenza tecnica necessaria per preservare le risorse naturali.
La raccolta, la lavorazione e la commercializzazione della noce amazzonica sono alcune delle principali attività della comunità locale: solo nella regione di Madre de Dios il 20% della popolazione ricava il 67% del reddito dal mercato della noce. Allo stesso tempo, però, i coltivatori sono vittime delle oscillazioni del prezzo di mercato internazionale: quando il prezzo cala le comunità rurali abbandonano la produzione della castagna e si dedicano ad attività produttive alternative, che spesso hanno un impatto negativo sul suolo – racconta Giangi Milesi, Presidente Cesvi.
Circa 4.282 contadini locali hanno compreso l’importanza della noce amazzonica sia dal punto di vista nutrizionale sia per la sostenibilità ambientale e hanno imparato ad affinare le tecniche di raccolta e lavorazione della stessa, contribuendo alla salvaguardia degli ecosistemi forestali.