Bambini al lavoro: contadini, operai, artigiani ma anche soldati e mendicanti. Sono i protagonisti dalla mostra “Workers. Storie di infanzia negata”, realizzata da Cesvi, nell’ambito della campagna Stop Child Labour – School is the best place to work.
Le foto di Cristina Francesconi – 25 immagini in bianco e nero, scattate in tutto il mondo – mostrano in maniera vivida e toccante la drammatica realtà dello sfruttamento del lavoro minorile in molte delle sue forme: trasporto d’acqua, lavoro nei settori dell’agricoltura, edilizia, tessitura, accattonaggio, lavoro domestico. Una sezione è dedicata alle peggiori forme di sfruttamento: l’utilizzo di bambini soldato, la prostituzione infantile, il traffico di droga. Non mancano, tuttavia, i sorrisi e i giochi, a testimoniare che i bambini – anche quando costretti a vivere in contesti difficili – rimangono sempre bambini. E anche in questi contesti si può fare molto per rendere la loro vita più dignitosa, a partire dai progetti che mirano a favorire l’accesso all’istruzione e alla formazione professionale, come quelli che Cesvi gestisce in Kenya e India.
Mercoledì 3 aprile, alle ore 20.30, presso l’Oratorio Mano nel Verde di Piazza Aldo Moro, il Comune di Manerba del Garda (BS) e Cesvi presentano una serata di approfondimento sulla campagna di educazione e sensibilizzazione Stop Child Labour – School is the best place to work e sui progetti che Cesvi realizza nel mondo contro lo sfruttamento del lavoro minorile.
La mostra sarà esposta fino al 5 aprile 2013 (dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18) presso la Chiesa di San Giovanni in Piazza Garibaldi dal 23 marzo.
Secondo l’ILO (Organizzazione Mondiale del Lavoro) sono 215 milioni i minori sfruttati di età compresa tra 5-17 anni nel mondo. In Italia, secondo l’ISTAT, lavorano 144mila bambini tra i 7 e i 14 anni e di questi, 31.500 sono da considerarsi veri e propri casi di sfruttamento ma per l’Ires – CGIL la cifra è di 400mila bambini.
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