Giulio Sensi nel suo blog L’involontario su Vita.it ha preso spunto da un’affermazione di Papa Francesco “la Chiesa non diventi una Ong pietosa” per chiamarci in causa con il plauso di Riccardo Bonacina via Twitter.
Sempre su Twitter ho obiettato a Giulio Sensi che ci fosse un fraintendimento delle parole del Pontefice:
no, caro Giulio: Ong pietose credo vada inteso compassionevoli.
a cui Riccardo ha risposto:
@CesviPresident @giulsens @VITAnonprofit quello di Sensi è un ragionamento ardito e al di là del Papa, ma è interessante
Io ho insistito: le Ong devono restare pietose e pragmatiche e non piccole Chiese
E su questo con Giulio ci siamo trovati d’accordo. Questo il mio intervento:
Ieri ho molto apprezzato le parole del Papa Francesco: vi ho trovato riconoscimento e considerazione per le ONG. Che valgono ancor più perché vengono da chi le ONG le conosce perché viene dal Sud del mondo.
Da ignorante delle vicende della Chiesa, non mi pronuncio su cosa il Pontefice auspichi per la grande istituzione che è chiamato a governare. Ma per quanto riguarda le ONG credo invece che il Papa pensasse allo spagnolo piadoso (que actúa con piedad), aggettivo che a differenza del suo false friend italiano non ha alcuna accezione negativa. Azzardo anzi che il Pontefice abbia in qualche modo voluto riconoscere a Cesare quel che è di Cesare cioè alle ONG le opere compassionevoli mentre la Chiesa dovrebbe essere ben altro o almeno anche altro.
Caro Giulio, il problema delle ONG (italiane in particolare) è proprio che operano come piccole chiese. Per di più autoreferenziali. Dovrebbero essere invece grandi organizzazioni, artigiane, ma all’altezza di dimensioni e orizzonti più ampi dei singoli progetti, pragmatiche e capaci di mobilitare risorse molto più importanti. Insomma, meno testimonianza e più efficacia.
Foto di Valeria Turrisi