Un laboratorio… che cambia la vita! – La storia di Girolamo dalla Casa del Sorriso di Bari

Girolamo soffre per la mancanza di un papà, ma spesso esprime la sua ricerca di attenzione con comportamenti sbagliati. Ora, grazie al laboratorio di musica, si rende finalmente “visibile”, ma in modo diverso.

Testo di Matteo Manara

Girolamo, di anni 13, è uno dei preadolescenti del quartiere San Paolo di Bari che frequentano le attività della Casa del Sorriso. Negli ultimi tempi, ha partecipato alle attività artistico-espressive e culturali proposte ai suoi pari età e, in particolare, al laboratorio musicale, che per lo staff della Casa si è rivelata un’occasione molto importante per lavorare sulle sue difficoltà.

Girolamo viene da una situazione familiare complessa: i genitori sono separati da quando lui aveva quattro anni, e da allora soffre per l’assenza della figura paterna. Il papà, infatti, ancora oggi non si mostra per nulla attento ai suoi bisogni di bambino. La mamma ha una nuova convivenza, da cui è nata una sorellina a cui lui è molto affezionato, ma questo non basta a riempire un vuoto che si fa sentire ogni giorno e che si riverbera nei discutibili comportamenti che Girolamo mette in atto sia in famiglia, che a scuola. Da una parte, la madre non sa come accoglierlo nelle sue continue richieste, a volte anche assurde. Dall’altra, anche quando si trova con i suoi compagni, Girolamo si comporta in modo oppositivo e provocatorio, attirando l’attenzione di tutti in modo plateale e teatrale. Ed è così che si è presentato anche all’inizio del laboratorio musicale presidiato da Alessia, esperta esterna chiamata a condurre l’attività. Il tentativo di Girolamo è stato subito quello di emergere dal gruppo, ma in modo negativo, alzando la voce, ridendo e provocando i compagni, infine sminuendo le attività proposte. “L’obiettivo del laboratorio”, racconta Alessia, “era quello di permettere a questi preadolescenti di scoprire e rafforzare le proprie competenze, affrontare insicurezze, coordinarsi in gruppo, magari scoprire qualche talento nascosto… ma soprattutto divertirsi insieme in modo sano”.

Visto il comportamento di Girolamo, Alessia sceglie di offrirgli un ruolo speciale: gli chiede di affiancarla nella gestione del lavoro di gruppo. Girolamo accetta e nel corso del laboratorio mostra una certa disinvoltura nell’esercizio ritmico. Si sente gratificato e finalmente può esprimere le sue emozioni in un modo più positivo. Dopo il primo incontro, in accordo con le educatrici, inizia per Girolamo anche un percorso individuale, parallelo a quello di gruppo: un’opportunità in più che dopo qualche resistenza e perplessità iniziale lo fa sentire finalmente “visibile a qualcuno” in modo univoco e personale.

Ed è lui stesso ad affermare quanto questo percorso musicale, in cui dimostra sempre più capacità di ascolto e concentrazione, stia diventando per lui importante: “Di solito non va mai bene nulla di quello che faccio e qualsiasi cosa accada è sempre colpa mia. Qui alla Casa del Sorriso è diverso, penso solo alla musica, che mi fa muovere e divertire”.

Ciò che Girolamo sta vivendo al laboratorio di musica lo aiuterà a vivere più serenamente anche in famiglia e, a poco a poco, a superare difficoltà affettive e relazionali.

Quello che sta avvenendo con lui è solo un esempio di come il Programma Case del Sorriso interviene a supporto di bambini e famiglie in condizioni di vulnerabilità, agendo con grande professionalità e sviluppando azioni educative specifiche per ogni singola situazione.