Bambini lavoratori: il numero in calo dal Duemila

 

Ginevra (ILO News) – Un nuovo Rapporto dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), “Marking progress against child labour” (Misurare i progressi della lotta al lavoro minorile), indica una riduzione di un terzo del lavoro minorile dal 2000, passando da 246 milioni a 168 milioni.

Nonostante ciò, questo calo non consentirà di raggiungere l’obiettivo fissato dall’ILO – e condiviso dalla comunità internazionale – di eliminare le peggiori forme entro il 2016.

«La direzione è giusta ma ci stiamo muovendo troppo lentamente. Se vogliamo veramente porre fine a questo flagello nel prossimo futuro, allora dobbiamo raddoppiare gli sforzi a tutti i livelli. Abbiamo 168 milioni di buone ragioni per farlo», ha dichiarato il Direttore Generale dell’ILO, Guy Ryder.

Le ultime stime dell’ILO, pubblicate alla vigilia della Conferenza Globale sul lavoro minorile che avrà luogo a Brasilia il prossimo mese, mostrano che i progressi più significativi si sono registrati tra il 2008 e il 2012 con un calo del numero globale da 215 milioni a 168 milioni.

Più della metà dei 168 milioni di bambine e bambini lavoratori nel mondo svolgono lavori pericolosi che hanno conseguenze dirette sulla loro salute, sicurezza e sviluppo morale. Attualmente, sono 85 milioni i bambini impiegati in lavori pericolosi rispetto ai 171 milioni del 2000.

Il lavoro pericoloso è spesso utilizzato come equivalente delle peggiori forme di lavoro minorile: questo perché i minori coinvolti nei lavori pericolosi rappresentano la maggioranza di quelli implicati nelle peggiori forme.

Cesvi è impegnato in Italia con la campagna internazionale Stop Child Labour – School is the best place to work, promossa dal 2007 con altre Ong del network europeo Alliance2015 (Hivos, IBIS, People in Need), grazie al sostegno della Commissione Europea. La campagna ha l’obiettivo di richiamare tutti i cittadini, governi, imprese e attori sociali, alle loro responsabilità verso i bambini e le bambine vittime dello sfruttamento del lavoro minorile. 

In Kenya Cesvi sta realizzando un progetto che coinvolge tutti gli attori della società per porre fine allo sfruttamento del lavoro minorile, dialogando con il sistema della giustizia minorile e collaborando con gli istituti governativi di cura e di reclusione che ospitano adolescenti con precedenti penali (spesso vittime di forme di sfruttamento); a questi ragazzi viene offerto supporto psicosociale, formazione professionale e sostegno familiare. Cesvi collabora anche con le imprese locali per creare un “Child Labour Free Certificate”.

In India Cesvi lavora con le associazioni locali per la promozione dei diritti dei minori in tre distretti del Tamil Nadu attraverso le Case del Sorriso, che danno ospitalità agli orfani e ai piccoli in condizioni di disagio garantendo loro cure, cibo e sostegno psicologico e sociale. L’organizzazione lavora inoltre negli Stati del Tamil Nadu e Karnataka per sostenere 1.800 bambini e ragazzi con attività di recupero e sostegno mirati, come corsi e attività educative, al fine di reintegrarli nella scuola pubblica formale.

Per maggiori informazioni sul Rapporto ILO: clicca qui

Foto Giovanni Diffidenti