In Tajikistan, nel distretto di Rudaki, il 12 maggio 2016 un’alluvione ha fatto straripare il fiume Elok, inondando diversi villaggi della zona. Due ragazzi di 14 anni, Khodzhaev Jamol e Safarova Shukrona, si sono trovati loro malgrado a essere testimoni del disastro naturale, e hanno superato la paura in modi diversi.
La mamma di Jamol racconta: “Era circa l’una e mezza di notte quando improvvisamente l’acqua ha iniziato a entrare, bloccando le porte di casa. Ero sola con mio figlio e con la mia bimba piccola ed ero terrorizzata. Jamol mi ha afferrata e portata lontano dalle finestre. Si è preoccupato per mia sicurezza e per quella di sua sorella, mentre io ero completamente nel panico. Quando l’acqua ha raggiunto i 2 metri di livello, ci siamo messi in piedi sul tavolo e lui ha preso sulle spalle la sorella. Alle 6 di mattina siamo stati raggiunti dalla protezione civile”. Nel ricordare quella terribile notte non smette di piangere. “Siamo riusciti a farcela, ma da quel giorno la paura è rimasta”.
Shukrona racconta: “Stavo dormendo e delle voci mi hanno svegliato. Una volta realizzato quello che stava succedendo, sono stata presa dal panico. Stavo per correre lontano da casa, ma fortunatamente alcuni vicini mi hanno fermata. I miei genitori mi hanno calmata, ma la situazione era così terribile che la paura mi impediva di pensare”.
In totale l’inondazione ha colpito 1.146 abitazioni e più di 1.500 persone sono state evacuate. L’emergenza non ha risparmiato neppure i distretti circostanti, da cui sono giunte notizie di vittime e persone colpite, oltre che di decine di centinaia di animali morti. Un significativo numero di beni domestici e scorte di cibo sono andati distrutti o danneggiati irreparabilmente. Le autorità e diverse organizzazioni internazionali hanno prestato soccorso e assistito le vittime.
Numerosi casistiche su scala mondiale dimostrano che durante i disastri naturali i bambini sono più vulnerabili degli adulti. Per questo è importante che a scuola si insegni come gestire e ridurre i rischi da disastri naturali (in linguaggio tecnico DRR, “Disaster Risk Reduction”, e DRM, “Disaster Risk Management”). UNICEF, come parte del suo programma nazionale per il Tajikistan per il periodo 2016-2020, in collaborazione con Cesvi e con l’Agenzia Generale Europea per la Protezione Civile e l’Aiuto Umanitario, ha puntato sugli interventi volti a rafforzare la capacità di risposta in caso di emergenza e a diffondere la riduzione del rischio da disastri naturali con il progetto “Supporto alle autorità scolastiche per la diffusione della DRR/DRM e per il rafforzamento del settore educativo”.
La gratitudine della mamma di Jamol è tanta: “Trovo a fatica le parole per ringraziarvi dell’aiuto che ci avete fornito grazie ai kit di emergenza e alle esercitazioni che avete tenuto nel corso del progetto. Durante l’alluvione ero completamente terrorizzata e avevo perso il controllo di me stessa. Mio figlio è stato coraggioso, ma io non sapevo assolutamente cosa fare. Ora sono sicura di poter gestire la paura e reagire in base a quanto ho imparato”. Un sorriso appare sul suo viso.
Anche Shukrona è molto contenta delle attività che ha svolto: “Partecipare al progetto è stato molto bello e istruttivo. Grazie alle informazioni che ho imparato ora mi sento pronta ad affrontare e a superare la paura per i disastri”.
Le indagini svolte contestualmente al progetto hanno confermato che gran parte delle comunità in Tajikistan non sa come rispondere ai disastri naturali; le persone sono abituate a reagire istintivamente, e sappiamo che l’istinto può essere condizionato dalla paura. “Facciamoci trovare pronti” è lo slogan scelto per il progetto: grazie all’aiuto di Cesvi la popolazione ora non verrà mai più colta impreparata.