Reportage dalla Casa del Sorriso di Haiti
Port Au Prince, la capitale di Haiti, vista dall’oblò dell’aereo sembra una grande metropoli dell’Africa Subsahariana. Distese di baracche, canali di scolo e fogne a cielo aperto. Un mix tra la miseria delle città africane e l’indigenza imbarazzante del sub continente indiano. Atterriamo nel paese più povero di tutto il centro e sud America, di tutta l’area caraibica. Già, perché Haiti si trova nel bel mezzo dei paradisi caraibici, sulla stessa isola della Repubblica di Santo Domingo, meta turistica tanto ambita. Eppure qui ad Haiti non ci sono orde di turisti che sorseggiano cocktail con ombrellini in riva al mare ma miseria, degradazione e morte. Noi tutti abbiamo conosciuto questo paese per il terribile terremoto del 2010 ma, in realtà, la condizione di sfruttamento di cui è stato oggetto il paese negli anni e la miseria diffusa sono preesistenti al terremoto.
Ed eccoci qui nel misero quartiere di Wharf Jeremie dove, da anni, il Cesvi lavora per costruire un futuro diverso per gli abitanti di questa zona accompagnando circa 300 bambini in un percorso di formazione scolastica e assistendo gli adulti affinché la parola dignità ritrovi un senso. La dignità che perdi quando sei costretto a lavarti con l’acqua delle fogne a cielo aperto, la speranza che hai perso quando sai che tuo figlio non potrà studiare, curarsi e costruirsi un futuro. In questo contesto il tuo prezioso sostegno e quello di tutte le persone che sostengono le Case del Sorriso permette lo svolgimento di una lavoro quotidiano di fondamentale importanza. Ogni giorno, i nostri operatori aiutano i membri della comunità a risolvere problemi fondamentali come l’approvvigionamento di acqua, di cibo, i servizi sanitari, l’istruzione e la formazione professionale.
Ogni giorno gli operatori del Cesvi accompagnano bambine come Beatrice e il suo amico Woody nel loro sogno di costruirsi un futuro migliore. Beatrice ha 11 anni e sua mamma è ricoverata in ospedale perché, durante il terremoto del 2010, dopo aver visto morire sotto le macerie il marito e 3 dei suoi figli ed aver perso la vista ha avuto forti squilibri psichici. La bimba è stata data in affido alla zia che per quanto può si prende cura di lei. Beatrice ci racconta che ogni domenica va a trovare sua mamma ma che questa non la riconosce. Woody, il migliore amico di Beatrice, ci racconta “è dura per Beatrice ma per fortuna ci sono io che le sto vicino e per fortuna c’è la Casa del Sorriso. Qui studiamo, giochiamo, ci prendiamo cura della nostra igiene, ci costruiamo un futuro”. Sembra un ometto Woody quando parla ma quando gli chiediamo se è innamorato di Beatrice diventa rosso fuoco e torna bambino aprendosi in un sorriso immenso…quel sorriso che, grazie a te, regaliamo a tutti i bambini delle Case del Sorriso.
Testo di Roberto Vignola, foto di Roger Lo Guarro