Il coraggio di Julienne: la vita dopo l’uragano

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ph Emanuela Colombo Haiti

Julienne Yvela è alta, con i capelli raccolti in un foulard rosso che le incornicia il viso facendo risaltare i suoi profondi occhi neri. Occhi che rispecchiano la preoccupazione di chi ha una famiglia numerosa a cui provvedere e quasi nessuna risorsa a disposizione per farlo.

Julienne e la famiglia, composta dal marito, 3 figli e 2 nipoti, abitano a Fond’Icaque, un villaggio rurale di Corail a sud-ovest di Haiti che conta 40.000 abitanti e un solo ospedale. Qui la vita della popolazione è fatta di stenti, soprattutto a causa del devastante passaggio dell’uragano Matthew nel 2016, dopo il quale  la popolazione, che viveva principalmente di agricoltura e piccolo commercio, si è ritrovata isolata. Le feroci raffiche cicloniche hanno spazzato via la quasi totalità delle case, baracche costituite per lo più da lamiera e materiali di fortuna, lasciando gli abitanti senza un riparo.

I numerosi campi di mais, manioca, fagioli e canna da zucchero, che caratterizzavano il paesaggio di Fond’Icaque e costituivano le principali fonti di sostentamento e reddito della popolazione, sono stati distrutti dall’eccessiva violenza con cui l’uragano si è abbattuto sul villaggio. La distruzione delle risorse idriche e l’impraticabilità delle strade hanno reso impossibile sia avere accesso ad acqua potabile che raggiungere l’unico ospedale presente in zona.

Tutto è andato distrutto, i nostri campi, la nostra casa”, afferma Julienne ricordando con le lacrime agli occhi il momento in cui si è rivolta ai membri delle autorità locali per chiedere di rientrare tra i beneficiari dell’intervento di Cesvi.

Grazie al progetto, che ha visto il sostegno di ECHO, l’ufficio aiuti umanitari della Commissione Europea, Julienne e altre 260 famiglie di Fond’Icaque sono state coinvolte nella costruzione di case resistenti ai cicloni: in cambio del lavoro, Cesvi ha dato loro un contributo economico con cui hanno potuto far ripartire le attività agricole e di allevamento.

“Con l’aiuto di Cesvi abbiamo anche piantato alberi adatti al nostro clima e resistenti alle catastrofi naturali, abbiamo costruito serre e vivai e oggi lavoriamo in queste strutture, prendendoci cura delle piante e guadagnando un salario che ci permette di sostenere la nostra famiglia”.

“Sono molto grata per tutto il sostegno che ho ricevuto: Cesvi ci ha dato la possibilità di sperare di nuovo nel futuro e nella vita” conclude con entusiasmo Julienne, abbracciando il nipotino di 6 anni.

 

Questo racconto si inserisce nel quadro del progetto “Supporto integrato alle famiglie vulnerabili colpite dall’uragano Matthew ad Haiti” sostenuto da ECHO.

Foto di copertina: Emanuela Colombo