di Cristina Parodi
Nella periferia di Rio De Janeiro, tra il dedalo di vicoletti che compongono la bidonville di Manguinhos, vive Robson, un ragazzo di 13 anni. Alcol, droga e arruolamento in circuiti malavitosi sono fatti all’ordine del giorno che, anno dopo anno, hanno messo a dura prova la vita di questo uomo-bambino costretto a crescere in fretta.
Sì, perché i giovani occhi di Robson hanno visto troppo per la sua tenera età, hanno visto tanti amici e coetanei finire nelle mani della criminalità locale o morire nei frequenti scontri a fuoco tra polizia e bande di delinquenti.
Hanno visto madri piangere la morte, spesso violenta, dei propri figli, e figli alienati dalle droghe e piegati dal dolore di un’esistenza troppo pesante per le loro fragili forze.
Ma Robson ha detto no! Non si è piegato, non ha chinato la testa di fronte a soprusi, abusi e ingiustizie. Robson ha detto no all’arruolamento nella bande locali di narcotraffi canti, ha detto no a una vita di violenza, di sopraffazione,
di criminalità.
Ha detto no il 12 aprile 2010, il giorno in cui ha iniziato a frequentare il Rancho, come la chiamano gli abitanti della favela, la ex fabbrica di produzione di dischi a 33 giri, all’interno della quale, oggi, sorge la Casa del Sorriso Cesvi.
“Questo è un luogo che regala un po’ di luce ai bambini e ai ragazzi della mia terra, un punto di riferimento importante per me e per tanti miei amici. Nella Casa del Sorriso facciamo musica, studiamo, recitiamo, leggiamo e… impariamo a vivere!” ci ha raccontato Robson con gli occhi pieni di orgoglio.
Oggi è felice Robson, suona le percussioni ed è quello più dotato artisticamente tra i ragazzi.
Nella Casa del Sorriso Cesvi ha ritrovato la speranza, un futuro in cui credere ma soprattutto la fiducia in se stesso e l’opportunità concreta di costruirsi una vita vera, fatta di dignità, di passioni, e di un domani che è possibile costruire attraverso lo studio, l’impegno e la gioia di coltivare le proprie passioni.
Oggi Robson è tornato ad essere un bambino, un bambino che può permettersi di giocare, crescere, sorridere e imparare. E tutto questo grazie a te, grazie alla tua presenza costante e grazie al tuo sostegno a distanza della Casa del Sorriso Cesvi in Brasile, un aiuto fondamentale per restituire a tanti bimbi e ragazzini come Robson una concreta opportunità di riscatto. Grazie!
Foto di Roger Lo Guarro