Portiamo in tavola cibo e sogni

 

di Silvia Longatti, staff Cesvi Albania

“A proposito di politica, ci sarebbe qualcosa da mangiare?”.
Totò avrebbe potuto coniugare senso civico e desiderio di riempirsi la pancia al Salone del Gusto e Terra Madre, l’evento internazionale organizzato da Slow Food che, a cadenza biennale, si svolge al Lingotto di Torino. Come non pensare, ad esempio, che dietro alla scelta, più o meno consapevole, di un consumatore, ad esempio americano, di cibarsi proprio di quella zucca biologica, (quella stessa zucca che Slow Food ha portato a Torino per essere esposta nell’Arca del Gusto[1]), ci sia anche la spinta propulsiva di un’associazione, quella della chiocciolina, che da anni fa lobby per promuovere il cibo “buono, pulito e giusto”, i farmers’ market e gli orti in condotta[2]? Proprio in America, proprio nel 2014, è entrato in vigore il Farm Bill, che prevede incentivi per i consumatori che scelgono di acquistare frutta e ortaggi freschi presso i Farmer’s market locali e per promuovere attività eno-educative nelle scuole…

Ed è politica anche la trasparenza dell’etichetta narrante[3], l’impronta ecologica degli allevamenti dei Presìdi, la volontà, tanto etica quanto spesso connotata da una chiara impronta sociale, di proteggere prodotti a rischio di estinzione. È invece un esempio di antipolitica il documentario mostrato a Torino che racconta della vendita in Ghana di pomodoro italiano a prezzi stracciati che altera i mercati locali e distrugge l’economia rurale, mentre in Italia si incassano i sussidi comunitari, ma non si rinuncia a sfruttare gli stranieri nei campi per la raccolta.

Tutto questo, e altro ancora, si è potuto respirare tra i banchetti del Mercato della Terra. Uno di questi banchetti, il 6B704, era sormontato da una bandiera rossa con un’aquila nera raffigurata al centro; ricoprivano le pareti dello stand le fotografie delle montagne innevate della Zagoria o dei prati verdi della valle del fiume Vjosa; c’erano anche fotografie di mani, mani grandi e affaticate, che stringono noci da lavorare per essere trasformate in gliko.

Quelle mani, quelle stesse mani, si muovevano frenetiche, dal vivo, dentro quei 6 metri quadrati di banchetto, per tagliarlo, prepararlo e far degustare quel tanto amato gliko, fonte di reddito per un buon numero di donne di Përmet che lavorano per Eftali. Lei, così come i produttori di formaggio Altin e Klement, Ardian con il suo vino e l’immancabile raki, Matriona, Presidentessa dell’associazione Pro Përmet, lo chef Urim, il sindaco Gilberto e Vasillaq, Leader del Convivium Slow Food permetaro, tutti loro erano con il Cesvi a Torino. Orgogliosi dei loro prodotti, orgogliosi di esserci a rappresentare l’Albania in mezzo a quel crogiolo di nazionalità, sotto la bandiera rossa con l’aquila nera al centro che sventolava ad ogni ondata festante di golosi e incuriositi visitatori.

Il nostro delegato Altin in particolare, deve essere orgoglioso di essere stato scelto per la cerimonia di apertura del Salone stesso, dove ha tagliato il nastro inaugurale assieme al sindaco di Torino Piero Fassino e al Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina. Anche il Presidente di Cesvi, Giangi Milesi e la responsabile per l’area balcanica, Stefania Cannavò, hanno fatto visita alla delegazione albanese in quei giorni, portando il loro caloroso saluto ai beneficiari del progetto. Stefania ci aveva fatto già visita ad inizio mese direttamente a Përmet, in occasione di una missione di verifica in loco, realizzata in maniera congiunta dalle due responsabili di area rispettivamente di Cesvi e Vis. Dal 30 settembre al 6 ottobre Përmet, infatti, è stata ospite dei colleghi del Vis, per una settimana di riunioni, incontri, scambi di idee e anche qualche piacevole visita alle principale aree di attrazione turistica della zona. La successiva missione, prevista per il secondo anno di attività, prenderà invece luogo al nord, di modo che tutti, a partire dai Capi Progetti stessi fino agli Agenti di Sviluppo Locale, abbiano chiaro il contesto in cui le due organizzazioni operano con azioni parallele.

Dal 13 ottobre, inoltre, sono iniziati i lavori di ristrutturazione del Centro Multifunzionale di Përmet, per realizzare il Museo Storico.

Per quanto riguarda la componente di erogazione dei fondi, gli Agenti di Sviluppo Locale stanno proseguendo nel compito di raccordo tra gli interessati, Cesvi e le istituzioni predisposte alla valutazione delle proposte di finanziamento; numerose iniziative, tanto per il microcredito quanto per le opere comunitarie sono già state presentate o sono in fase di stesura, con i nostri Agenti che regolarmente incontrano singoli o capi villaggio, a seconda dei casi, per affiancarli nel mettere nero su bianco i loro (bi)sogni. È così che Fondibesa, incaricata di vagliare le proposte di microcredito, si troverà a soppesare la richiesta di Klodian di Sukë per acquistare un mezzo agricolo e quella di Robert di Përmet che invece vorrebbe fondi per costruire una stalla per i maiali. Al Comitato di Gestione dei Fondi, invece, la non semplice responsabilità di giudicare se sia maggiormente prioritario l’acquisto delle tubazioni per l’acqua potabile per il villaggio di Petran o la ricostruzione della scuola elementare di Bodar.

Come ci ricorda Stefano Benni in “Margherita Dolcevita”: “Il mondo si divide in quelli che mangiano il cioccolato senza pane; quelli che non riescono a mangiare il cioccolato se non mangiano anche il pane; quelli che non hanno il cioccolato; quelli che non hanno il pane”.

Ottobre è stato un mese in cui siamo passati dal gliko presentato sulle tavole scintillanti immortalate dai flash fotografici e dalle riprese televisive, in quanto primo Presidio Slow Food albanese, alle richieste di potenziamento della rete per la raccolta dei rifiuti urbani o la riabilitazione di ambulatori nei villaggi del distretto di Përmet. Buono, anzi ottimo, il cioccolato di Modica del Salone del Gusto di Torino… ma ora siamo tornati a Përmet, con il “Pane, il sale e il cuore” del nostro progetto.

Pane, sale (cioccolato) e cuore a tutti!

 


[1] L’Arca del Gusto viaggia per il mondo con lo scopo di raccogliere i prodotti che appartengono alla cultura, alla storia e alle tradizioni di tutto il pianeta, segnalandone l’esistenza, e denuncia il rischio che possano scomparire, invitando tutti a fare qualcosa per salvaguardarli.

[2] L’Orto in condotta è un progetto da realizzare nelle scuole che prevede percorsi formativi per insegnanti, attività di educazione alimentare e del gusto e di educazione ambientale per gli studenti e seminari per genitori e nonni.

[3] Oltre alle indicazioni previste dalla legge, fornisce informazioni sui produttori, le varietà vegetali o le razze animali impiegate, le tecniche di allevamento e lavorazione, il benessere animale, i territori di provenienza.