Africa tra transcultura e interazione

Il video è divertente e purtroppo non è iperbolico: quante volte abbiamo sentito dire “l’Africa è un Paese”?

Il Terzo Segreto di Satira aveva fatto qualcosa di simile per i 30 anni Cesvi: https://www.youtube.com/watch?v=GpKTKNK5bJE

Sulla riflessione a corredo sul blog Vado in Africa” – che condivido – aggiungo di essere sempre più infastidito dalla citazione ‘All’affamato non dare il pesce ma insegnagli a pescare’. C’è supponenza in questa massima: i progetti di cooperazione di successo sono frutto della mobilitazione dei saperi e delle risorse locali e della loro contaminazione con altre conoscenze ed esperienze diverse.

Voglio riproporre due citazioni: lo stralcio di un intervento di Bauman, tre anni fa al Bergamofestival FARE La PACE in cui sostenne che «sono proprio le differenze a renderci creativi e inventivi. Per valorizzare le differenze non ci sono ricette, ma buone pratiche di collaborazione senza preconcetti e basate sull’apertura in cui assumiamo nello stesso tempo il ruolo di insegnante e discepolo. Presumendo che gli altri possano avere acquisito esperienze, tratto conclusioni, interpretazioni della realtà che possono arricchire il nostro sapere».

Sulla stessa linea Kapuscinski (forse il miglior inviato mai esistito; sicuramente il più grande conoscitore del mondo – proprio per questo sosteneva che è impossibile conoscere il mondo). In “Lapidarium” scriveva: «Europeismo significa attribuire uguale rango e valore a tutte le culture, è capacità di convivere con esse e arricchirsi dei loro valori».

Transcultura e interazione sono le parole della cooperazione.