È di almeno 13 morti il bilancio, ancora non definitivo, del duplice attentato – rivendicato dal gruppo fondamentalista somalo legato ad Al Qaida – che questa mattina ha colpito Mogadiscio.
Sotto attacco le forze della sicurezza e dell’Unione Africana (UA) nei pressi dell’aeroporto internazionale della capitale somala.
Stando alle prime informazioni giunte dai nostri colleghi locali impegnati a Mogadiscio, riferisce Isabella Garino, Head of Mission di Cesvi per Kenya e Somalia, la prima esplosione è avvenuta al Medina Gate, ovvero all’entrata della base AMISOM – African Union Mission in Somalia – presso l’aeroporto. La stessa entrata è utilizzata dagli operatori umanitari per entrare e uscire dall’aeroporto. La fascia oraria, tra le 8 e le 9 del mattino, è stata probabilmente scelta per la grande affluenza di operatori che di solito, a quell’ora, entrano in aeroporto.
La seconda esplosione, invece, si è verificata vicino ad un checkpoint delle forze governative somale.
Il nostro ufficio è stato colpito, continua Isabella Garino, a causa della forte detonazione le finestre sono andate in frantumi e le porte interne hanno subìto danni, ma per fortuna tutto lo staff di Cesvi sta bene. In questo momento l’attacco è finito e le ambulanze stanno ancora lavorando per soccorrere feriti e vittime.
In Somalia Cesvi opera per rafforzare la resilienza delle comunità e dei nuclei familiari sfollati nelle aree rurali di Banadir (Mogadiscio) e Hiran (Beletweyne): l’obiettivo è ridurre la vulnerabilità agli shock, in particolare alla siccità, e migliorare le condizioni di vita a livello igienico, di sussistenza, produzione agricola e allevamento. Nelle stesse aree e nella regione di Mudug ci occupiamo anche di salute materno-infantile, facilitando l’accesso a servizi ostetrici e a cure mediche a favore di gestanti, mamme e neonati. Puntiamo a ridurre la mortalità dei bambini sotto i 5 anni attraverso un approccio sanitario e nutrizionale integrato. Siamo l’unica Ong a fornire questi servizi a mamme e bambini anche nei campi sfollati di Alanley, Arafat e Hiran nella città di Galkayo sud.
Tutti i nostri operatori sono riusciti a rientrare nelle proprie abitazioni in sicurezza, conclude Isabella, per oggi l’ufficio resta chiuso e le attività di Cesvi sono sospese, ma andremo avanti per portare aiuto a questo Paese in ginocchio.
Foto di copertina: Valeria Turrisi