Sabato 14 ottobre Mogadisco è stata colpita da un attentato terroristico di inaudita violenza. Intorno alle 14.40 ora italiana, un camion-bomba è stato fatto esplodere nel centro della capitale somala, davanti al Ministero degli Esteri e all’Hotel Safari. A seguire, una seconda esplosione di minore entità è avvenuta a poca distanza. L’ultimo tragico bilancio è di almeno 300 morti e più di 300 feriti. Il numero potrebbe aumentare perché molti dei feriti versano in gravi condizioni.
Tra i primi a commentare l’attacco il Ministro dell’Informazione somalo, Abdirahman O. Osman, che ha affermato si tratti dell’attentato più letale in assoluto dal 2007 ad oggi.
Diverse fonti riconducono l’attentato al gruppo terroristico al Shebaab, anche se la strage non è stata ancora rivendicata da nessuna organizzazione.
La popolazione somala ha reagito con risolutezza, organizzando una marcia per protestare contro il gruppo islamista che dal 2006 semina il terrore nel sud del Paese.
Cesvi si unisce al cordoglio per le vittime di Mogadiscio. La nostra organizzazione opera nel Paese da 11 anni per far fronte alla persistente emergenza umanitaria che lo affligge dallo scoppio della guerra civile, nel 1991.
Dal 2016 la Somalia sta affrontando inoltre un’emergenza siccità che mette a rischio la vita di più di 6 milioni di persone. Nelle regioni di Banadir, Hiran, Mudug e Lower Shabelle, Cesvi lavora per rafforzare la resilienza della popolazione agli shock climatici e per supportarla da un punto di vista sanitario e nutrizionale. A beneficiare degli interventi di tutela della salute sono soprattutto donne e bambini, i più vulnerabili in situazioni di emergenza.
Il nostro staff sul campo
In questo terribile momento siamo vicini a tutto lo staff Cesvi a Mogadiscio, che sta vivendo giorni di paura e dolore. Due nostri colleghi sono rimasti feriti nell’esplosione; nonostante le ferite profonde, sono fortunatamente fuori pericolo.
Isabella Garino, capo-missione Cesvi nel Paese, ha così commentato l’accaduto: “Siamo sotto shock per quanto è successo sabato. Le primissime testimonianze parlano della più forte esplosione di cui Mogadiscio abbia memoria. È spaventato anche chi non si era mai mosso dalla capitale per scappare dalla guerra. Alcune persone del nostro staff hanno perso parenti e amici. Siamo in uno stato di profondo sgomento”.
L’ufficio di Cesvi ha subito danni collaterali a seguito della seconda esplosione. Al momento è chiuso per onorare i tre giorni di lutto nazionale proclamati dal governo. Lo staff si sta comunque adoperando per rispondere all’appello che OCHA (Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari) ha lanciato alle organizzazioni umanitarie: Cesvi sta organizzando la distribuzione di prodotti medici – tra cui garze, bande elastiche e flebo – ai principali ospedali della città. Molti dei colleghi si sono mossi anche in prima persona donando il sangue per far fronte alle numerose trasfusioni di cui c’è bisogno.
Le attività di progetto non sono state interrotte: i centri di salute materno-infantile gestiti da Cesvi a Mogadiscio sono aperti e in funzione.
In foto: Cesvi consegna prodotti medici al personale del Medina Hospital di Mogadiscio.