Alla fine del mese di maggio la peggiore alluvione degli ultimi 120 anni si è abbattuta sui Balcani, causando pesantissimi allagamenti in vaste aree della Bosnia Erzegovina e della Serbia.
Decine di migliaia sono gli sfollati o evacuati dalle proprie case, 47 le vittime accertate e in totale 1 milione le persone che versano in uno stato di pericolo e di bisogno.
Un grave effetto collaterale degli smottamenti riguarda le migliaia di mine anti-uomo ancora presenti nel sottosuolo a seguito delle guerre degli anni ’90. Queste mine, mai rimosse, potrebbero pericolosamente spostarsi.
A Srebrenica le piogge hanno provocato danni anche alla Casa del Sorriso del Cesvi, un punto di riferimento per bambini di tutte le età e di tutte le etnie, che qui possono trovare uno spazio in cui giocare, studiare e stare insieme.
Cesvi si è subito attivato per riabilitare la Casa del Sorriso e per distribuire aiuti di prima emergenza alla popolazione colpita, in particolare kit igienico-sanitari (asciugamani, carta igienica, spazzolini, dentifricio, sapone, pannolini per bambini, assorbenti) e attrezzi utili quali stivali di gomma, pale, secchi e pompe.
“La situazione sta lentamente migliorando, anche se è ancora presto per parlare di un possibile ritorno alla normalità: bisogna prima di tutto drenare l’acqua e il fango, che sono ovunque, e cercare di garantire l’accesso alle strade” – racconta Azra Ibrahimovic, responsabile del Cesvi in Bosnia Erzegovina – “La gente è scappata dalle proprie case, l’altezza dell’acqua è arrivata fino a 2-3 metri, fino al secondo piano dei condomini, e nelle città all’inizio era possibile muoversi solo con i gommoni. Ci sono state valanghe che hanno distrutto migliaia di abitazioni”.
“In questo momento non ci sono più differenze tra serbi, musulmani e cattolici” – prosegue Azra – “chi è in grado di aiutare corre senza chiedersi chi è chi. Ci si aiuta a vicenda, incondizionatamente, perché la catastrofe non ha nazione, non ha religione né etnia”.
“Avremo grandi problemi anche quando l’acqua si sarà ritirata” – sottolinea la responsabile del Cesvi – “Sono stati creati centri di accoglienza nelle scuole e nelle case private, ma è una soluzione provvisoria. Abbiamo bisogno di aiuto per dare alloggio alle persone che hanno perso la casa, travolta dalla terra e dalle valanghe”.
Aiutaci a riattivare la Casa del Sorriso e tenere vivo il sorriso dei bambini di Srebrenica. La popolazione bosniaca ha bisogno del nostro sostegno.
Con 100 euro doni un kit riabilitativo e strumenti per liberare case e strade da acqua e detriti
Con 75 euro aiuti a riparare i danni subiti dalla Casa del Sorriso e ad assicurarne l’agibilità
Con 35 euro doni un kit igienico-sanitario a una famiglia e ai suoi bambini
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