Cesvi accanto alle donne di tutto il mondo

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Foto di Roger Lo Guarro.

In occasione della Festa della Donna, Cesvi ricorda il suo impegno al fianco delle donne che, nel mondo, sono vittime di abusi, violenze, violazioni dei diritti e limitazioni della libertà personale. Attivo con 113 progetti in 24 Paesi, Cesvi supporta più di un milione di persone in quattro continenti. In particolare, in Africa, Asia e America Latina, svolge anche attività di sostegno mirato alle donne che vivono in condizioni di emarginazione sociale e sono esposte a fenomeni di violenza e sfruttamento.

Africa. Presente in Sudafrica dal 2002, anno in cui ha avviato un progetto di lotta all’Aids nelle township alla periferia di Cape Town, Cesvi lavora per il supporto a donne e bambini vittime di violenza domestica. Il cuore delle attività si svolge nella Casa del Sorriso di Philippi, in coordinamento con i diversi partner locali. Nel 2004, Cesvi ha creato una Casa del Sorriso anche ad Harare, in Zimbabwe,  con l’obiettivo di accogliere ragazzi di strada, abbandonati o orfani a causa dell’AIDS e a rischio di droga e delinquenza. All’interno della Casa, che riceve circa 200 minorenni all’anno, Cesvi supporta in particolare le ragazze madri fornendo loro un tetto, vestiti e accesso alle cure mediche. In Zimbabwe, la diffusione dell’HIV riguarda quasi un milione e mezzo di persone, e al contagio sono maggiormente esposte le giovani donne costrette a prostituirsi. Quasi la metà degli assistiti è composta da ragazze che si rivolgono a Cesvi per problemi legati a malattie sessualmente trasmissibili. Grazie alla Casa del Sorriso, molte di loro sono riuscite ad allontanarsi dalla strada e a trovare un lavoro.

Come Gladis, abbandonata alla nascita, cresciuta con la nonna ad Harare. Durante l’adolescenza ha subìto violenze sessuali e ha vissuto in strada, prostituendosi e facendo uso di droghe. A 16 anni, ormai sieropositiva, è stata accolta nella Casa del Sorriso dove ha ricevuto le cure necessarie e ha frequentato un corso per diventare estetista e parrucchiera. La dignità che il lavoro le ha restituito le ha dato la forza per smettere di prostituirsi.

Asia. In diversi Paesi Cesvi svolge attività di empowerment femminile e segue progetti per la salute materno-infantile. Su quest’ultimo fronte è attivo in Myanmar, nei distretti di Namshan, Manton e Namtu, dove per una donna avere un figlio può voler dire mettere a rischio la propria vita a causa di prestazioni sanitarie carenti, povertà diffusa e pregiudizi culturali. Queste credenze, soprattutto nelle aree rurali e isolate, impediscono alle donne in gravidanza o alle giovani madri di rivolgersi a personale qualificato e specializzato. Ogni 100mila parti, perdono la vita 178 donne, 26 neonati e 40 infanti per assenza di cure post-natali. Attraverso le cliniche mobili, Cesvi fornisce assistenza nei villaggi e organizza percorsi di formazione per personale ostetrico. Nella Casa del Sorriso  “Nambikkai” a Madurai, in India, Cesvi  accoglie ragazze tra i 6 e i 15 anni provenienti da aree povere e degradate. Oltre a essere un centro residenziale, la Casa offre cure mediche e attività di formazione per favorire l’inserimento attivo della popolazione femminile nelle comunità locali. La Casa del Sorriso ospita anche donne vittime di violenza domestica che vengono assistite attraverso il counselling. Nel 2016, 27 ragazze hanno imparato a usare il computer e 14 hanno completato con successo il corso di sartoria. In Tagikistan, il sostegno alle donne avviene grazie al progetto “Vivere con dignità”. Nella ex Repubblica sovietica, le donne si sposano giovani, spesso contro la loro volontà, e subiscono violenze fisiche e psicologiche in ambito domestico. Sono dedite alla casa e sottomesse ai mariti. Cesvi le aiuta ad affrancarsi da abusi e oppressione mettendole in condizioni di lavorare e guadagnarsi da vivere. Con un budget iniziale, vengono comprate le attrezzature necessarie all’avvio di un’attività, scelta dalle donne stesse. 81 donne sono pronte ad avviare la loro “impresa” nei villaggi di Gulobod, Istiqlol, Gussar, e Nuriston.

Come Sokina, originaria di Gulobos. A 20 anni si è sposata con Zafar ed è stata costretta ad abitare con i suoceri e la famiglia del cognato. Ha subìto violenze fisiche e un costante controllo da parte della suocera che le impediva di gestire i soldi che il marito inviava dalla Russia. Grazie al progetto del Cesvi, Sokina ha acquistato una mucca grazie alla quale produce latte, yogurt e formaggi.

America Latina. Nella Casa del Sorriso di Lima, in Perù, Cesvi accoglie bambini e adolescenti a rischio di sfruttamento sessuale e fornisce servizi educativi, formativi e professionali che favoriscono il reintegro sociale e familiare grazie al supporto di un’equipe di professionisti. Le attività mirano al rafforzamento dei legami familiari perché, specialmente nei distretti di San Juan de Miraflores, Villa Maria del Triunfo, Villa el Salvador e Lurìn, i minori fuoriescono dalle famiglie che sono incapaci di proteggerli da una rete di sfruttamento sessuale di proporzioni allarmanti. Attraverso attività di prevenzione, dirette a bambini e adulti, l’obiettivo è sensibilizzare e diffondere conoscenza sul fenomeno che costringe molti minori a una vita in strada.

Significativa la storia di Violeta, originaria di Lima. A 16 anni, la sorella Amelia, che già si prostituisce, la introduce alla realtà di strada. Da quel momento, Violeta precipita nel vortice dello sfruttamento sessuale, complice la difficile situazione economica in cui versa la famiglia. La sua vita è cambiata quando è arrivata alla Casa del Sorriso. Oggi ha 24 anni, aspetta un figlio dal suo compagno e con lui gestisce un’attività commerciale.

 

Foto di Roger Lo Guarro