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L’Ungheria condivide solo 135 km di confine con l’Ucraina e questa stretta lingua di terra rappresenta la via di fuga per molti sfollati in questo momento. Secondo UNHCR, il numero totale degli arrivi dall’inizio del conflitto è di 191.348 persone, metà dei quali, si stima, siano arrivati nel Paese passando per Záhony, uno dei cinque punti di attraversamento della frontiera. Dopo la Polonia, l’Ungheria è il Paese con il più alto numero di ingressi.
In media, alla stazione arrivano tra 3.500 e 4.000 persone al giorno.
Záhony è un piccolo paesino che conta poco più di 4.000 abitanti. Tuttavia, ricopre un ruolo importantissimo nell’esodo dei rifugiati provenienti dall’Ucraina. Il paese è uno dei principali punti d’ingresso in Ungheria ed è l’unico valico di frontiera dove i treni possono attraversare il confine e raggiungere il Paese dall’Ucraina (e viceversa).
Dall’inizio del conflitto, più di 60.000 persone sono entrate qui dall’Ucraina (al 05.03.2022 – fonte police.hu).
Durante il giorno, dalle 7.00 alle 20.00, in media ogni ora un treno arriva da Čop (Ucraina), a 2 km da Záhony con 500 passeggeri in media. I treni vanno da/per Záhony a Čop in media 20 volte al giorno.
Nella cittadina c’è una piccola stazione ferroviaria, un punto di riparo ben attrezzato nel dormitorio di una scuola superiore, dove le persone possono riposare una o più notti in attesa di raggiungere altre destinazioni o per un tempo indefinito.
Ogni 2 ore (in media) c’è un treno per Budapest. La maggior parte degli arrivi rimane e aspetta alla stazione ferroviaria per andare verso la capitale. Qui possono avere cibo e accesso alle stazioni di autobus/treni internazionali o agli aeroporti per andare verso altre città o Paesi europei, dove magari hanno già dei parenti o dei contatti.
All’arrivo alla stazione, il primo controllo viene effettuato dalle autorità all’interno del treno. Chi è in possesso del passaporto ucraino o del permesso di soggiorno in Ucraina può entrare liberamente in stazione con un documento rilasciato dalla polizia sul treno che attesta lo status di protezione temporanea del migrante.
Sistema di accoglienza inesistente
Il sistema di accoglienza manca. Manca tutto quello che è necessario in questo momento: dai pasti caldi all’assistenza medica; dal punto di informazioni al cambio di denaro; dall’assistenza legale ai servizi igienici. Ci sono molti bambini con le loro mamme, esauste dopo ore e ore di attesa alla frontiera. La situazione è molto tesa e si stanno verificando molti episodi di violenza.
Qui c’è un enorme bisogno di intervento. Cesvi è pronta a scendere in campo anche qui. Continua a sostenerci, fai una donazione per la crisi in Ucraina.