Cesvi si unisce, in qualità di membro dell’Osservatorio italiano sull’Azione Globale contro l’AIDS, alla partecipata presa di posizione delle Ong contro il provvedimento esecutivo di ripristino della Global Gag Rule deciso negli scorsi giorni dall’amministrazione Trump.
La Global Gag Rule, un decreto datato 1984 che il presidente uscente Barack Obama aveva sospeso, vieta alle Ong operanti a livello sanitario nei Paesi in via di sviluppo di svolgere qualsiasi attività legata all’aborto (dalla pratica in sé, passando per attività di sensibilizzazione in favore della legalizzazione, fino alla diffusione di materiale informativo), pena la sospensione dei finanziamenti da parte delle Agenzie governative statunitensi.
L’attuazione del provvedimento inficerà in primo luogo l’impegno in favore della salute riproduttiva di almeno 225 milioni di donne nei Paesi in via di sviluppo che non desiderano una gravidanza e non hanno accesso a sistemi di contraccezione efficaci, annullando progressi faticosamente realizzati nell’arco di decenni e spianando la strada a pericolose pratiche di aborto clandestino.
In secondo luogo penalizzerà a 360 gradi le attività sanitarie delle stesse organizzazioni, che non potranno più disporre delle medesime risorse economiche per attuare i programmi di contrasto alla diffusione di pandemie quali AIDS, malaria e tubercolosi, che ancora mietono vittime tra le popolazioni del Sud del mondo.
Un coro unanime di oltre 150 organizzazioni internazionali ha quindi alzato la voce per opporsi a questo salto nel passato, sottoscrivendo il documento di protesta diffuso da PAI, un’organizzazione che si occupa di tutela della salute sessuale e riproduttiva delle donne.
A firmare il documento è l’Osservatorio italiano sull’Azione Globale contro l’AIDS, di cui Cesvi, da sempre in prima linea per il diritto alla salute e impegnato in progetti legati alla salute materno-infantile in Zimbabwe, Somalia e Myanmar, è membro storico.
“Non conosciamo ancora l’impatto diretto e l’ammontare dei fondi che verranno bloccati, ma le prima a ‘pagare’ saranno le persone coinvolte.” – ha commentato il Presidente di Cesvi, Giangi Milesi – “Siamo allo scontro delle civiltà: la cooperazione è un modo per far passare le conquiste più avanzate sui diritti umani attraverso la costruzione di ponti fra culture e il dialogo. Il Presidente Trump non ci crede.”
Foto di copertina: Giovanni Diffidenti