Secondo le Nazioni Unite* gli ultimi otto anni sono stati i più caldi di sempre: l’aumento delle temperature globali e degli shock climatici stanno rendendo sempre più profonda la vulnerabilità di intere popolazioni nel mondo, contribuendo ad intensificare un circolo pericoloso di mancanza di mezzi di sussistenza, aumento degli spostamenti, impatto sulla diffusione di malattie.
Solo nel 2023 – dichiarato l’anno più caldo della storia – 249 disastri legati al clima hanno colpito il pianeta provocando oltre 18.000 vittime, causando 8.7 milioni di sfollati e facendo precipitare 56,8 milioni di persone in uno stato di insicurezza alimentare.
Tra i Paesi maggiormente colpiti dagli effetti del climate change c’è il Pakistan, dove nel 2022 piogge torrenziali hanno provocato violente esondazioni che hanno sommerso un terzo del Paese. A pagare le conseguenze di questo evento estremo sono stati più di 33 milioni di persone colpite, di cui 8,2 hanno dovuto abbandonare le proprie case.
Tra le province più colpite il Sindh dove le acque stagnanti e la distruzione delle fonti d’acqua potabile hanno portato a un aumento esponenziale di malattie come malaria, dengue, colera, diarrea acuta e tifo. Inoltre, il rischio della fame rimane ancora alto: l’emergenza ha aggravato ulteriormente la situazione alimentare della regione a causa dell’aumento dei prezzi dei generi alimentari, della perdita di bestiame, campi e altre opportunità di reddito.
Ashraf a capo di una famiglia di 9 persone è tra le milioni di persone colpite dalle alluvioni e racconta: “Prima delle alluvioni vivevamo sereni. Avevamo del bestiame e vendevamo il latte per guadagnare. Quando le inondazioni hanno colpito, abbiamo dovuto lasciare le nostre case nel cuore della notte. Abbiamo trasportato i nostri figli su tronchi di legno attraverso l’acqua. Abbiamo perso tutto” conclude. Anche Hameeda ha visto la sua vita andare in frantumi “Le acque hanno inondato le nostre case di notte. In pochi minuti tutto è stato sommerso. Il tetto è crollato. Abbiamo preso i nostri figli e siamo scappati. Mio marito è andato a cercare lavoro e da allora non è più tornato. Il nostro bestiame è andato perduto. Non abbiamo nemmeno la farina. Non abbiamo denaro e non sappiamo come garantire cibo ogni giorno ai nostri figli” racconta in lacrime.
CESVI è intervenuta in questa emergenza sin dalle prime fasi con il supporto dell’Unione Europea (DG ECHO), avviando il progetto di “Assistenza umanitaria per le comunità vulnerabili colpite dalle alluvioni in Pakistan” che ha permesso di portare aiuti salvavita e avviare la prima fase di ricostruzione.
Circa 81.000 persone hanno ricevuto supporto finanziario nelle fasi iniziali per poter affrontare i loro bisogni umanitari immediati. In collaborazione con l’Agenzia di Gestione delle Emergenze Danese (DEMA), operante nell’ambito dell’intervento dell’Unione Europea, quasi 90.000 persone hanno avuto accesso all’acqua potabile attraverso il ripristino delle fonti danneggiate. Oltre 25.000 beneficiari hanno avuto accesso ai servizi igienici di emergenza, e circa 8.000 famiglia hanno beneficiato della riabilitazione dei propri servizi casalinghi.
Di grande importanza nell’intervento è stata la promozione dell’igiene sia con campagne di sensibilizzazione che attraverso la fornitura di articoli per l’igiene personale comprensivi anche di kit per le donne (156mila persone supportate).
A tutto questo si aggiunge il supporto per la ricostruzione con la distribuzione di oltre 9.300 kit ad hoc.
Ma l’emergenza partita nel 2022 si è estesa nel 2023 anche nel Punjub dove più di 750.000 persone sono state colpite da una nuova stagione monsonica con piogge estreme: oltre 630.000 persone sfollate, 42.000 case danneggiate o distrutte e quasi mezzo milione di acri di coltivazioni danneggiati.
Anche in questa occasione CESVI, sempre con il sostegno dell’Unione Europea, ha immediatamente fornito supporto economico distribuito kit per l’acqua e l’igiene per mitigare il rischio di malattie trasmesse dall’acqua nella zona.
Complessivamente, grazie a questo progetto, CESVI è in grado di assistere oltre 220.000 persone.
* Global Humanitarian Overview 2024