La Somalia è uno stato estremamente vulnerabile martoriato dai conflitti interni e particolarmente esposto alle conseguenze del cambiamento climatico, alternando periodi di siccità a piogge intense e devastanti inondazioni. Il risultato di tutto questo è un ambiente a forte rischio di carestie e insicurezza alimentare. Nel paese sono infatti oltre 4 milioni le persone che hanno bisogno di aiuto umanitario, di cui 2,7 non riescono a soddisfare le proprie esigenze alimentari quotidiane.
Cesvi opera in Somalia dal 2007 con progetti che mirano a proteggere la salute, garantire la nutrizione, la sicurezza alimentare e l’accesso all’acqua potabile e a migliorare la capacità della popolazione di reagire agli shock ricorrenti come gli eventi climatici estremi che minano ulteriormente la vulnerabilità delle persone.
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Negli ultimi mesi Cesvi è intervenuto proprio per far fronte all’emergenza inondazioni che ha colpito la città di Beletweyne, capoluogo della Regione dell’Hiraan, costringendo 273.000 persone ad abbandonare le proprie case. La devastazione delle inondazioni ha colpito tutto e tutti, 45.000 famiglie hanno perso ogni cosa, compresi i campi che rappresentavano l’unica fonte di sostentamento.
Cesvi è intervenuto tempestivamente, insieme alle autorità locali e altri attori umanitari per dare sollievo alla popolazione, in primo luogo evacuando gli abitanti e garantendo loro la salvezza. Poi ha sostenuto oltre 12.600 persone, tra cui 8.000 bambini con attività di nutrizione e salute. Ha fornito quotidianamente acqua alle famiglie sfollate e appartenenti alle comunità accoglienti; rifugi temporanei, zanzariere e kit igienici e ha sostenuto economicamente per la ripresa della vita e delle attività oltre 1.200 nuclei familiari.
Tra questi c’è anche Mohamed Hassan Ali, un uomo di 42 anni, padre di 7 figli che vive a circa 19 km di distanza dalla cittadina di Beletweyne. Mohamed è cieco e già prima della catastrofe, faticava a sostenere la sua famiglia, non riuscendo a nutrire regolarmente i suoi figli, né ad acquistare loro abiti e altri beni di prima necessità.
Proprio per la sua condizione di estrema vulnerabilità Mohamed ha beneficiato dell’intervento di Cesvi e ha ricevuto un aiuto economico per poter far fronte alle necessità primarie della sua famiglia. Il finanziamento gli ha permesso infatti di acquistare cibo e altri beni fondamentali oltre a pagare i debiti causati dalle perdite dovute all’alluvione. Oggi grazie a questo aiuto può ricominciare a vivere, e prendersi cura anche della salute dei suoi figli acquistando medicine che prima non era in grado di comprare, ed è riuscito anche a mettere da parte qualche risparmio per far fronte ad eventuali crisi future.
“Questo progetto non solo ci ha salvato la vita, ma ha anche portato armonia e comprensione reciproca tra i membri del mio villaggio, promuovendo l’unità tra le comunità coinvolte dalla tragedia” ha dichiarato Mohamed.
Ad aggiungersi a questo quadro già drammatico oggi la Somalia è colpita da un’altra catastrofe: la peggiore epidemia di locuste verificatasi negli ultimi 25 anni.
L’invasione sta colpendo i pascoli e minacciando le colture alimentari di base delle famiglie che vivono proprio di agricoltura e pastorizia. A favorire la diffusione delle locuste sono gli sbalzi meteorologici connessi proprio al fenomeno del cambiamento climatico. Le condizioni climatiche estreme infatti, tra cui cicloni e piogge insolitamente abbondanti, hanno causato l’esplosione delle popolazioni di questi insetti, che potrebbero aumentare con l’arrivo dell’imminente stagione delle piogge. Il dato più drammatico è che uno sciame medio di locuste, che può contenere fino a 150 milioni di insetti, può consumare l’equivalente di cibo per 35.000 persone al giorno, un dato estremamente allarmante se pensiamo che in Somalia milioni di persone vivono in uno stato di insicurezza alimentare acuta.
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