Haiti è uno dei paesi più poveri al mondo, dal 2018 è tormentato da proteste e disordini dovuti alla corruzione dilagante e all’aumento delle tasse su gasolio e kerosene, usati non solo per la mobilità, ma anche come combustibile domestico.
I continui disordini socio-politici e il dilagare della violenza nelle strade, uniti all’inflazione, alla sottoproduzione agricola e all’aumento del prezzo delle materie prime hanno fatto sì che 3,5 milioni di persone necessitino di assistenza umanitaria e in particolare di aiuti alimentari e nutrizionali.
Inoltre, la prolungata siccità che ha recentemente colpito il paese ha causato un ulteriore calo della produzione agricola nei dipartimenti del Nord-Ouest, Artibonite, Nippes e Grand’Anse, dove la percentuale di persone che necessitano di assistenza immediata è maggiore.
Il presidente Moise ha urgentemente richiesto il supporto della comunità internazionale per fronteggiare una delle peggiori crisi umanitarie del paese, sebbene a causa della crescente situazione di instabilità dovuta al deterioramento delle condizioni di sicurezza, le organizzazioni umanitarie e gli altri attori internazionali presenti nel paese si trovino ad affrontare crescenti difficoltà nell’intervenire con programmi di aiuti umanitari.
Cesvi, attivo nel paese dal 2009 con progetti di emergenza e sviluppo, è firmataria insieme ad altre organizzazioni come Concern Worldwilde, Welthungerhilfe e Acted, di un comunicato stampa che ribadisce la necessità di fornire alla popolazione l’assistenza umanitaria e nutrizionale necessaria affinché possa uscire al più presto da questa situazione di crisi.
Foto di copertina Roger Lo Guarro