È passato poco meno di un anno e mezzo dai tragici avvenimenti del maggio 2023 quando due tremende alluvioni hanno colpito l’Emilia-Romagna ricoprendo di acqua e fango ogni cosa, portando via preziose vite e sconvolgendo per sempre le esistenze di migliaia di persone.
Oggi, a così poca distanza di tempo, l’Emilia-Romagna è di nuovo sommersa dal fango, i campi allagati, le strade trasformate in fiumi, decine e decine di case divelte o ricoperte di detriti e terra.
La scorsa settimana la regione è stata infatti nuovamente colpita da forti piogge causate dall’arrivo sul nostro Paese del ciclone Boris – che hanno provocato frane in collina e violente esondazioni dei principali corsi d’acqua del territorio della bassa Romagna e della Romagna faentina.
Sono oltre 1.500 gli sfollati, estremamente provati da una nuova emergenza. La popolazione è allo stremo: per alcuni territori si tratta della terza inondazione consecutiva. Dopo tanti sacrifici per rimettere in sesto le proprie case, intere famiglie – che in alcuni erano rientrate nelle proprie abitazioni solo da qualche mese – hanno perso nuovamente tutto.
Gli psicologi che stanno lavorando sul territorio in questa prima fase acuta che abbiamo incontrato sul campo nel corso delle nostre prime operazioni segnalano diversi casi di persone con forti attacchi di panico e di molti anziani in stato catatonico di fronte alla situazione tragica in cui si trovano.
Le persone sono stanche e molto preoccupate per il futuro, non riuscendo ad immaginare come poter far fronte economicamente alla ricostruzione. Le zone colpite sono in diversi casi quartieri e piccole frazioni abitate da anziani soli o famiglie di estrazione popolare, con molta preoccupazione da parte delle istituzioni per il rischio sociale dovuto a questa ennesima emergenza.
In tutte le zone colpite sono poi andati distrutti o fortemente danneggiati i principali luoghi di aggregazione: centri sportivi, palestre, scuole di musica, centri di incontro per anziani. Il rischio è che queste aree diventino luoghi fantasma, con molte famiglie che hanno paura di ricostruire e ritornare, per il forte rischio di nuove alluvioni.
Camminando per le strade delle località colpite – dove tutti sono al lavoro per ripulire le vie e le case – si incontrano ad ogni angolo cumuli di macerie e “spazzatura”, che in realtà sono i ricordi di una vita per intere famiglie. Guardando da vicino, si vedono ancora i frigo pieni di cibo, i mobili con ancora i vestiti ripiegati ordinatamente all’interno, scatole di giocattoli, il tutto ricoperto da uno strato di fango argilloso.
In questa primissima fase le necessità sono principalmente legate alla pulizia delle abitazioni e delle attività commerciali. Proprio per far fronte a queste esigenze noi di CESVI abbiamo iniziato le prime distribuzioni di generatori, idropulitrici, aspiraliquidi, ma anche di deumidificatori, che saranno fondamentali nei prossimi mesi autunnali e invernali, quando l’umidità e il freddo renderanno la situazione ancora più complessa. Allo stesso tempo ci prepariamo a organizzare interventi di medio-lungo periodo di ricostruzione e riabilitazione di strutture e spazi aggregativi.
Il popolo dell’Emilia-Romagna è ancora una volta in ginocchio. Noi di CESVI continuiamo ad essere al loro fianco, e, come lo scorso anno, stiamo lavorando in collaborazione con le istituzioni locali per far fronte alle necessità di prima emergenza. Aiutaci a restituire la speranza.
Guarda il nostro video-appello dal campo: