Il numero di persone che soffrono la fame aumenta per il terzo anno consecutivo dopo i risultati positivi ottenuti nei decenni scorsi. Ma sconfiggere il problema della fame nel mondo resta un obiettivo raggiungibile.
L’edizione 2019 del rapporto annuale Stato della Sicurezza Alimentare e della nutrizione nel mondo 2019 pubblicato questa settimana dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) rivela come il numero delle persone che nel 2018 non hanno avuto cibo a sufficienza sia cresciuto a 820 milioni, 9 in più rispetto agli 811 milioni dello scorso anno. Queste persone si trovano in particolare in alcune regioni dell’Asia (513,9 milioni), dell’Africa (256,1 milioni) e dell’America Latina e Caraibi (42,5 milioni).
Ma il rapporto presenta un dato ancor più sconvolgente: il 26,4% della popolazione mondiale, pari a circa 2 miliardi di persone, soffre di un livello grave o moderato di insicurezza alimentare, che significa non aver accesso regolare ad alimenti salubri, nutrienti e sufficienti.
Porre fine alla fame e a tutte le forme di malnutrizione e raggiungere il secondo Obiettivo di Sviluppo Sostenibile - Fame Zero entro il 2030 è una sfida immensa che può però essere vinta attraverso politiche multisettoriali a medio e lungo termine che non si concentrino solo sulla crescita economica, ma anche sulle disuguaglianze esistenti a tutti i livelli.
Multisettorialità storicamente adottata da Cesvi in Somalia, dove lavoriamo per supportare le oltre 4 milioni di persone colpite da emergenza umanitaria cronica. All’interno di 15 centri sanitari somministriamo nutrienti e micronutrienti ai bambini vittime di malnutrizione e trasmettiamo alle loro mamme le pratiche nutritive più adeguate a far crescere i loro figli sani. Portiamo acqua potabile alla popolazione, costretta per lo più a dissetarsi a fonti impure veicolanti infezioni e parassiti intestinali che contribuiscono alla malnutrizione del bambino e sono tra le prime cause di morte infantile nel mondo. Rafforziamo la produzione agricola sia nelle aree rurali in ginocchio a causa della povertà che nei campi profughi di Mogadiscio, dove costruiamo orti urbani che soddisfino le necessità alimentari della popolazione. E infine, rafforziamo la resilienza delle comunità coinvolgendole nell’identificazione dei rischi, delle vulnerabilità e delle capacità locali così che possano rispondere alle nuove emergenze.
Il 15 ottobre 2019 Cesvi presenterà la quattordicesima edizione dell’Indice Globale della Fame: non perderti l’appuntamento.