Nelle Filippine continua a far discutere il numero di morti. Dopo una iniziale stima di 10.000, il Presidente Benigno Aquino ha dichiarato che le vittime non raggiungerebbero le 2.500 unità e che le cifre altissime sarebbero state dettate dal trauma emotivo delle prime drammatiche ore dopo il passaggio del tifone Haiyan. Adesso però, dopo che gli elicotteri delle Nazioni Unite hanno sorvolato le aree più colpite nei dintorni di Tacloban, il conteggio arriva a 4.460 vittime. Si tratta di una cifra ancora provvisoria poiché diverse testimonianze parlano di cadaveri non identificati che giacciono ancora per le strade, tra le macerie. Da più parti si accusa quindi il Presidente delle Filippine di aver sottovalutato l’entità della catastrofe e lo si critica per la lentezza della distribuzione degli aiuti.
Si registrano perdite anche tra le nostre organizzazioni. Tre persone cresciute nel Villaggio SOS di Tacloban sono morte e non si hanno ad oggi notizie sullo stato di circa 300 bambini e giovani e di 93 educatori coinvolti nei programmi di rafforzamento familiare, informa lo staff di SoS Villaggi dei Bambini di Tacloban.
Verso le sei del mattino, il vento soffiava forte e la pioggia cadeva pesantemente, ricorda un’educatrice ho raccolto tutti i bambini vicino a me. Il vento ha rotto le finestre. Spaventati, ci siamo spostati verso la porta. Stavo cercando una soluzione quando ho sentito un improvviso freddo ai piedi. Ho abbassato gli occhi e ho visto l’acqua entrare dalla porta principale, l’ho aperta e sono rimasta scioccata! Ho deciso di mettere prima i bambini sul tavolo, ma l’acqua continuava a salire. Allora ci siamo spostati tutti in soffitta. Il vento era fortissimo e ha formato una fessura abbastanza grande da far passare una persona. Quando l’acqua ha raggiunto la soffitta, siamo passati attraverso il buco, nell’attesa che la tempesta finisse, ricorda concitata l’educatrice. Dopo ore di terrore, la pioggia e il vento si sono indeboliti. Abbiamo iniziato a scendere per vedere in quali condizioni fosse la nostra casa: tutto era completamente coperto dal fango.
Nonostante l’accessibilità alle zone colpite stia migliorando, i problemi di salute continuano ad aumentare, con urgente necessità di acqua potabile e assistenza medica, specialmente a Leyte e Samar.
Oltre al primo cargo di aiuti governativi italiani in viaggio verso Cebu, contenente medicinali, il cui arrivo è previsto nelle prossime ore e della cui distribuzione di occuperanno le organizzazioni di AGIRE coordinate da InterSos, un altro cargo arriverà dalla Gran Bretagna con 17 tonnellate di aiuti che saranno gestiti da Oxfam.
Insieme ai partner locali, Oxfam fornirà 5 unità di trattamento mobile delle acque (che possono generare 4-6 metri cubi di acqua per ora), complete di generatore e combustibile per farli funzionare. Verranno inoltre installate grandi cisterne di acciaio (che possono contenere fino a 45 mila litri d’acqua o serbatoi di 10 mila litri).
Questo è un disastro enorme che richiede una risposta comune e veloce. Il tempo in cui i gruppi di aiuto operavano in maniera isolata è finito. Stiamo lavorando con i comuni, le comunità locali, con organizzazioni e partner locali e internazionali per portare assistenza nel modo più veloce e più ampio possibile, ha detto Pauline Ballaman, coordinatrice umanitaria di Oxfam per l’Asia.
All’opera anche 266 missionari salesiani (VIS) impegnati nelle operazioni di coordinamento degli aiuti nel loro centro di Cebu, divenuto Centro Ufficiale di Aiuto in cooperazione con l’Unità di crisi nazionale, che ha già distribuito 25.000 kit di emergenza.
ActionAid, Cesvi e GVC stanno realizzando assessment per avviare quanto prima distribuzioni di beni di prima necessità e cash for work.
Continua quindi la raccolta fondi delle ONG di AGIRE insieme alla CROCE ROSSA ITALIANA, con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri e della Protezione Civile.
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Questa comunicazione si inserisce nel quadro delle iniziative coordinate da AGIRE Agenzia Italiana per la Risposta alle Emergenze e da CROCE ROSSA ITALIANA, all’interno dell’appello Emergenza Filippine. Maggiori informazioni su www.agire.it e www.cri.it
Foto di copertina: Un giovane si ripara sotto un ombrello davanti a una tenda dopo il passaggio del tifone Haiyan nella città di Tacloban, nelle Filippine centrali (10 Novembre, 2013). ©REUTERS/Erik De Castro, si ringrazia per la gentile concessioneTrust.org. Tutti i diritti sono riservati.