1.3 milioni di bambini e ragazzi, in Italia, vivono in condizioni di povertà assoluta, con gravi deprivazioni e conseguenze devastanti sul loro percorso di crescita. Per rispondere a questo tipo di emergenza, che da nord a sud attraversa tutto il nostro paese, sono nate le Case del Sorriso.
Testo di Matteo Manara e Simona Denti
In Italia è allarme povertà. A certificarlo è l’ISTAT che, come ogni anno, fotografa l’emergenza povertà nel nostro Paese attraverso il rapporto “La povertà in Italia”. La fotografia che emerge dall’ultima edizione, quella relativa al 2024, è a dir poco allarmante con dati in peggioramento e l’avanzare di un’emergenza sociale che si consuma, silenziosa, erodendo i diritti fondamentali di adulti, ma soprattutto bambini.
A preoccupare, per un’organizzazione come CESVI che da sempre si occupa di protezione dell’infanzia, è infatti la condizione dei minori: in Italia, 1 bambino su 7 vive in condizioni di povertà assoluta (quasi 1,3 milioni di bambini e ragazzi). E per chi come CESVI si occupa quotidianamente di queste realtà, dietro a ogni numero si cela un volto e una storia, fatta di fatiche, privazioni, confidenze e paure. Paure soprattutto in un futuro sul quale poter contare poco.
Perché la povertà non è solo una condizione di vulnerabilità economica: rende più difficile ai genitori rispondere adeguatamente ai bisogni materiali e educativi dei bambini; aumenta la situazione di stress interna alle famiglie, complicando così anche le relazioni affettive; riduce la capacità di acquistare servizi e beni per la salute (come ad esempio un paio di occhiali o un apparecchio dentistico); azzera le opportunità educative, culturali e ludico-ricreative extra-scolastiche, fondamentali per lo sviluppo e la crescita dei bambini (creando così delle enormi disuguaglianze di partenza tra coetanei).
È per dare risposte concrete ai bisogni delle famiglie che versano in condizioni di povertà estrema, che prendono forma le attività proposte nelle nostre quattro Case del Sorriso in Italia. In questi centri diurni, nelle periferie di grandi città (Napoli, Bari, Siracusa e anche Milano che non è esente da questi problemi), i minorenni ricevono sostegno educativo, possono praticare sport e seguire attività ludico-ricreative, ricevono il supporto di educatori e psicologi attenti a rilevare e gestire qualsiasi problema legato a situazioni di disagio familiare. A queste attività, si aggiungono percorsi educativi e di supporto per i genitori in difficoltà e momenti di formazione per insegnanti, educatori e operatori sociali.
Frequentare una Casa del Sorriso può restituire, a chi si trova in una situazione di vulnerabilità, una prospettiva di speranza, la possibilità concreta di ricostruirsi un futuro. Per avviare un percorso che riporti serenità nei cuori dei bambini e all’interno delle loro famiglie a volte basta davvero poco: uno zaino con i pastelli e quello che occorre per iniziare un nuovo anno scolastico per Giorgia, un corso di ballo per Roberta, un laboratorio musicale per Giovanni, un percorso di logopedia per Fulvio, un momento di confronto per la mamma di Francesco… si tratta di opportunità che possono aiutare ad attraversare momenti difficili con speranza, per poi riprendere con più convinzione il cammino.
Nella prima metà del 2025, i minorenni che hanno beneficiato dei programmi offerti delle Case del Sorriso italiane di CESVI sono stati 1.307, di cui 830 bambini. Apparentemente pochi se si pensa alla globalità del fenomeno, ma moltissimi se si pensa in prospettiva futura: 830 bambini che sono ritornati a sorridere, a sperare nella possibilità di costruirsi un percorso lontano da privazioni e spesso soprusi, bambini che hanno ritrovato la fiducia in sé stessi e nelle proprie capacità e si sono sentiti accolti.
Il fenomeno della povertà assoluta potrebbe spaventare per dimensione e diffusione, ma è solo lavorando con professionalità su ogni singola storia, in modo sinergico con famiglie e in rete con scuole e servizi sociali, che si può davvero fare la differenza. Per questo contribuire a rendere più serena l’infanzia di oltre 800 bambini che provengono da contesti difficili e situazioni vulnerabili rappresenta un grandissimo traguardo (condiviso da CESVI con i donatori che rendono tutto ciò possibile), da cui ripartire per fare sempre di più. Insieme possiamo davvero fare la differenza per molti di loro.