In occasione del tredicesimo anniversario dalla scomparsa ricordiamo la dottoressa Elizabeth Tarira, alleata di CESVI nella lotta contro l’AIDS in Zimbabwe.
CESVI ha raggiunto il traguardo dei 40 anni. E in questo speciale anno non possiamo non ricordare una donna che ha contribuito a fare la storia della nostra organizzazione in uno dei progetti più significativi del nostro percorso.
Elizabeth Tarira era una dottoressa, laureata in Italia, direttrice di un piccolo ospedale nella savana dello Zimbabwe, che si è battuta instancabilmente durante la sua vita per garantire e difendere la salute dei suoi pazienti. Quando CESVI arrivò in Zimbabwe l’Ospedale Saint Albert era piccolo, ma grazie all’operato di Elizabeth è potuto crescere moltissimo, salvando o migliorando negli anni la vita di migliaia di persone.
Insieme a lei abbiamo portato avanti la lotta all’AIDS quando nel 2001 abbiamo dato vita al progetto “Fermiamo l’AIDS sul nascere” che interrompeva, grazie alla terapia antiretrovirale, la trasmissione del virus da mamma a bambino.
Il primo bimbo nato sano da madre sieropositiva è stato Takunda, figlio di Safina. Oggi è un giovane uomo che si è appena laureato in servizi sociali all’università di Harare e sta svolgendo un tirocinio presso la Casa del Sorriso di Harare, continuando a dedicarsi a chi ha più bisogno. Dopo di lui migliaia di altri hanno avuto la possibilità di nascere sani.
“Il mio sogno è legato a qualcosa che fa parte da sempre della mia vita: il desiderio di aiutare gli altri. Cercare di ispirare gli altri e incoraggiarli a non perdere la speranza. Vorrei continuare ad essere coinvolto nei progetti di CESVI, aiutando i ragazzi e le loro madri” racconta Takunda, lanciando un messaggio di speranza e ispirazione per molti bambini e giovani dello Zimbabwe.
Un grande traguardo raggiunto anche grazie all’incredibile lavoro di Elizabeth, una “leonessa” come la definiscono le persone che l’hanno conosciuta.
Oggi in Zimbabwe, dove i diritti e la salute sono spesso una sfida quotidiana, CESVI lavora per offrire cure, supporto sociale e opportunità a bambini e ragazzi vulnerabili. La storia di Takunda è la prova di come questo impegno possa dare a tanti la possibilità di rinascere.
La Casa del Sorriso offre a chi la frequenta non solo beni di prima necessità, ma anche supporto psicologico, accesso all’istruzione e alla formazione, con l’obiettivo di garantire il reinserimento sociale e familiare dei minori accolti.
Grazie Elizabeth per la forza e l’ispirazione che ci hai donato!