L’8 settembre è stato un giorno molto triste a Manguinhos, la favela situata alla periferia nord di Rio de Janeiro in cui Cesvi opera da moltissimi anni insieme all’organizzazione locale REDECCAP a favore di bambini e ragazzi.
In questa favela, abitata da oltre 55.000 persone di cui il 10,6% bambini, Cesvi ha creato Casa Viva, una “Casa del Sorriso” che offre spazi di aggregazione e corsi di arte, pittura, musica, danza sport, doposcuola e molto altro.
“Cristian, un bambino di 12 anni, è stato ucciso dalla polizia mentre giocava a calcio in strada vicino a casa sua. C’è stata un’intensa sparatoria nella favela di Manguinhos e il bambino è stato vittima di questa fatalità. È stata un’ingiustizia grandissima, un episodio che ci ha addolorato e intristito molto. Nella settimana in cui la foto del piccolo Aylan ha fatto il giro del mondo, qui a Manguinhos ci sentiamo anche noi come rifugiati, vedendo Cristian morire senza il diritto di vivere e giocare nella sua terra: Manguinhos”, racconta Beth Campos, coordinatrice delle attività di Casa Viva.
Cristian non era un alunno di Casa Viva, ma le sue cugine avevano seguito il corso di ballo e sua sorella il corso di canto. Lui stesso aveva partecipato ad un’attività organizzata per le strade della favela e si era molto divertito.
“Continuerò a lottare per una società migliore, una comunità sana, e per la promozione del diritto dei bambini ad essere felici. Spero che mie parole possano servire a riportare un clima di pace nella favela e a salvaguardare la vita dei bambini di Manguinhos”, conclude Beth.