Volti “trafitti” da parole denigratorie, frutto di pregiudizi, che assumono la forma di proiettili. Sono queste le immagini scelte da Avvenire, Famiglia Cristiana, Federazione Italiana di settimanali cattolici e dall’agenzia Armando Testa per cambiare la percezione sociale di alcune categorie di persone come Rom, tossicodipendenti e Sinti attraverso la campagna “Anche le parole possono uccidere“ sostenuta da Cesvi.
Da una ricerca commissionata nell’ambito della campagna “Anche le parole possono uccidere“, è stato chiesto agli intervistati di esprimere il proprio grado di simpatia/antipatia nei confronti di una serie di soggetti. Ne è emerso che gli italiani provano una marcata simpatia per i giovani, le donne, gli anziani, i poveri, gli uomini, i cristiani e i meridionali, mentre ricchi, musulmani, persone che chiedono la carità, Rom e Sinti e tossicodipendenti causano generalmente dei sentimenti di antipatia moderata o marcata.
“E’ molto comune essere oggi, nel nostro Paese, oggetto di discriminazione.” dice Don Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana. “Ci siamo impegnati a lanciare questa campagna come battaglia di civiltà per il nostro Paese. Vogliamo farlo con i nostri lettori e con i lettori di tutta la stampa cattolica e con tutti coloro che raccoglieranno il nostro appello a venire sui nostri siti internet per lasciate un messaggio, raccontare un’esperienza. Migliori si può. Diciamolo a voce alta”.
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