Ad Haiti la situazione umanitaria continua a peggiorare a causa della violenza delle gang che controllano la capitale e una grossa parte del Paese. Dall’inizio degli scontri, lo scorso febbraio, l’OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) stima che nella sola Port-au-Prince vi siano più di 90.000 sfollati a causa dei combattimenti, mentre nel Paese superano i 360.000.
La situazione di insicurezza e violenza nel Paese preoccupa molto il nostro staff, come racconta Holdy, responsabile della Casa del Sorriso: “Dal 29 febbraio scorso il Paese sta vivendo una situazione senza precedenti. Le gang si sono riunite sotto il nome di “Vive ensemble” e stanno mettendo a ferro e fuoco l’intera città. I commissariati di polizia sono stati attaccati e si sono viste diverse evasioni di massa dalle prigioni della capitale, con le gang e i detenuti che causano scontri, commettono omici e furti, appiccano incendi per tutta la città. Questa situazione di caos ha paralizzato il Paese”.
Lo scorso 2 maggio, a causa di violenti scontri a Delmas – un quartiere mediamente benestante a circa 5km da Wharf Jérémie – oltre 3.700 persone (10% dell’interno comune) sono state costrette ad abbandonare le proprie case (OCHA).
Una situazione di emergenza che va a sommarsi ad una preesistente condizione di difficoltà in cui il Paese versa, anche e in gran parte dal punto di vista della sicurezza alimentare: da qui a fine giugno circa il 50% dell’intera popolazione (5 milioni) affronterà livelli di insicurezza alimentari critici o emergenziali (stime IPC).
A peggiorare ulteriormente il quadro ci sono le condizioni climatiche. Il Nord di Haiti infatti è fortemente colpito da piogge torrenziali che hanno già provocato frane e alluvioni, distruggendo migliaia di case e ettari di coltivazioni. La maggiore preoccupazione è rappresentata dalla diffusione di malattie come il colera, anche per il crescente numero di sfollati che vivono in condizioni insalubri. Dall’inizio dell’anno sono stati confermati 4.200 casi, il cui 33% ha colpito bambini da 0 a 9 anni.
A Wharf Jérémie – quartiere sotto il controllo delle gang – dove si trova la nostra Casa del Sorriso, la situazione sembra paradossalmente più stabile, come racconta il nostro responsabile Holdy: “Una volta superati i posti di blocco ed essere entrati nel quartiere, la situazione è ironicamente molto più tranquilla. La Casa del Sorriso, fortunatamente, non è stata colpita direttamente dalla violenza che imperversa per la città, ma alcuni nostri colleghi hanno dovuto lasciare le proprie case. Però ora stanno bene e sono sani e salvi”.
Nonostante la situazione, lo staff racconta che è stato comunque possibile portare avanti le attività della Casa senza incidenti o problemi. “Con il caos che regna a Port-au-Prince ci aspettavamo che i bambini e le bambine non venissero più o che diminuissero la loro frequenza alle lezioni. Invece, i ragazzi e le ragazze della Casa del Sorriso hanno mostrato tutto il loro interesse a continuare a venire a scuola e i loro genitori hanno fatto tanti sacrifici per permettergli di frequentare le lezioni. Per noi questo è un segnale molto forte di quanto la Casa del Sorriso sia importante per gli studenti, ma anche che il nostro lavoro di sensibilizzazione con le famiglie sta dando i suoi frutti. Oggi più che mai, la Casa del Sorriso di Wharf Jérémie non è qui solo per rispondere a dei bisogni, ma è anche un nostro dovere per il bene della comunità garantire un luogo dove i bambini possono continuare a godere del proprio diritto ad un’istruzione e ad aspirare ad un futuro migliore. La Casa del Sorriso è diventata un faro di speranza per tutti e tutte loro” ha concluso Holdy.
Dall’inizio dell’anno la Casa del Sorriso ha assistito 554 persone, di cui 333 bambini e bambine, anche grazie all’instancabile lavoro degli insegnanti, come Andrise che, nonostante le difficoltà, continua a lavorare con determinazione, insegnando ai bambini lettura, scrittura, matematica, storia, geografia, scienze e educazione civica. L’apprezzamento dei genitori per il suo lavoro la motiva profondamente e il suo desiderio più grande è quello di motivare i bambini a costruire per sé un futuro lontano da delinquenza e povertà. Anche Jephtey è un insegnante della Casa. Artista, comico e YouTuber che produce miniserie e sketch comici sui social, oggi insegna alla Casa educazione artistica e teatro. Il contesto di lavoro è estremamente difficile, ma quello che lo rende più felice è contribuire allo sviluppo dei bambini che lo fanno sentire come un “eroe dell’educazione”.
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