Nella Giornata Mondiale dell’acqua vogliamo porre l’attenzione su una crisi spesso dimenticata che colpisce il Corno d’Africa, ovvero l’emergenza siccità che sta mettendo in ginocchio milioni di persone.
Nel Corno d’Africa l’emergenza climatica dovuta alla scarsità delle piogge è sempre più esasperante. Sono infatti cinque stagioni consecutive che le precipitazioni sono al di sotto della media stagionale e questo porta conseguenze gravi sulla vita della popolazione locale, tanto da generare una vera e propria crisi umanitaria nei Paesi interessati: Etiopia, Somalia e Kenya.
Gli effetti della siccità si riflettono infatti sulla sicurezza alimentare al punto da rendere sempre più tangibile la stima di 22 milioni di persone in stato di grave insicurezza alimentare (WFP 2023). Di questi circa 5,1 milioni di bambini saranno gravemente malnutriti nel corso di questo anno, con conseguenze disastrose per la loro salute e per la loro crescita (WFP 2022).
Livelli di malnutrizione particolarmente tragici si riscontrano in Etiopia, nelle aree di Amhara, di North Wollo e Wag Hamra. E, oltre a ciò, nel Paese si sta concretizzando la diffusione di malattie trasmesse dall’acqua per via dei servizi sanitari non adeguati, tra cui colera e altri disturbi (OCHA 2023). Secondo il rapporto pubblicato da International Rescue Committee l’Etiopia si colloca al secondo posto dopo la Somalia nella classifica dei 20 Paesi a più alto rischio umanitario (IRC 2023).
Per questo CESVI opera in Etiopia dal 2021 e in particolare, nella zona di Borena, nello Stato di Oromia, una delle regioni più colpite dalla siccità.
Qui, la maggioranza della popolazione vive grazie all’allevamento e i pastori hanno già perso gran parte degli animali. Quelli ancora vivi sono spesso troppo deboli e malati per poter produrre latte, fonte principale di alimentazione per i bambini della regione.
Attraverso il progetto “Livestock insurance for pastoralist resilience building in Moyale, Miyo and Dire districts of Borana zone, Oromia National Regional State, Ethiopia”, abbiamo supportato circa 300 pastori, distribuendo foraggio e medicine veterinarie nella zona di Borena.
Attraverso il nostro intervento sosteniamo i pastori, in particolare, donne e giovani, e li aiutiamo a diversificare i loro mezzi di sussistenza, attraverso un maggiore accesso alle tecnologie digitali, rafforzando così la loro capacità di gestione del rischio di fronte ai disastri climatici.
Grazie a questo progetto tanti hanno superato molte difficoltà e riescono oggi a vivere del proprio lavoro. Come Dhale Dima, nato a Dire Woreda, nel cluster di Teso Lado, e padre di una bimba che frequenta la scuola del paese e di un bimbo piccolo. Fino a poco tempo fa vivevano di stenti e non sempre potevano disporre di un pasto regolare, finché un giorno, nell’agosto 2021, Dhale Dima è stato selezionato per il progetto CESVI dedicato alla produzione di foraggio per giovani a Madacho Kebele.
Durante l’attività i ragazzi avevano a disposizione 30 ettari di terreno in cui poter seminare e portare avanti le proprie attività agricole. Inoltre, ogni giorno seguivano corsi di formazione su leadership e imprenditorialità, e su tecniche di gestione e commercio del foraggio prodotto. Si sono lanciati con coraggio nell’impresa e hanno iniziato a vendere il foraggio imparando anche, per la prima volta, a mettere da parte del denaro per il proprio futuro.
“Sono molto felice di aver preso parte a questo progetto che oggi mi permette di avere una mia attività per mantenere i miei bambini e guardare al futuro” ha dichiarato Dhale Dima. Oggi, i suoi bambini non soffrono più la fame e tutti gli abitanti di Dire Woreda sperano di poter continuare in questa direzione e costruire un futuro migliore per se stessi e il proprio Paese.
Il progetto è finanziato da Cordais e RESET Plus Innovation Fund dell’Unione Europea e portato avanti da CESVI con i partner CIFA, Ayuda en Accion e International Livestock Research Insititute (ILRI).