A circa tre mesi dal violento terremoto che ha colpito il Paese, il Myanmar vive una situazione ancora critica. Migliaia di persone sono ancora senza casa, costrette a vivere in condizioni precarie in accampamenti o rifugi improvvisati. Il sisma ha lasciato segni non solo sulle infrastrutture, ma anche sulla psiche della popolazione: ben il 67% dei sopravvissuti soffre di forte stress emotivo. Le zone più remote ancora isolate, rendono difficile la distribuzione degli aiuti essenziali; molte comunità non hanno ancora ricevuto né ripari né kit igienico-sanitari. Con l’arrivo dei monsoni, la situazione rischia di peggiorare, aumentando il pericolo di malattie come malaria e dengue in un contesto già segnato dalla mancanza di acqua potabile e servizi igienici adeguati.
Dall’emergenza alla ricostruzione: CESVI in azione con il sostegno di Fondazione Prosolidar
CESVI è stata tra le prime organizzazioni a intervenire, mobilitando un team sul campo subito dopo il 28 marzo per valutare i bisogni più urgenti e avviare una risposta rapida e mirata.
Grazie alla collaborazione con l’Unione Europea e grazie al preziosissimo sostegno di Fondazione Prosolidar, è stato possibile intervenire tempestivamente fornendo aiuti di prima emergenza alla popolazione bisognosa.
Con le donazioni ricevute abbiamo potuto infatti distribuire 104 tonnellate di aiuti vitali, che includono 1.000 tende familiari, 1.600 kit per riparazioni di emergenza, teli impermeabili, set da cucina, lampade e torce solari, e 96.000 pastiglie per la purificazione dell’acqua.
Questo sforzo ha raggiunto oltre 15.000 persone nelle aree più colpite di Shan meridionale, Mandalay e Sagaing, fornendo un primo, cruciale sollievo.
Sono stati inoltre distribuiti 1.500 sacchi di riso da 5 kg ciascuno, essenziali per la sicurezza alimentare.
Non solo primissima assistenza, ma anche ripartenza e ricostruzione. Abbiamo infatti avviato un programma di ricostruzione abitativa che ha permesso di ristrutturare 20 nuove case in bambù per le famiglie lungo le sponde del Lago Inle, nello Shan meridionale.
Questo progetto non si è limitato a fornire un tetto offrendo anche supporto economico per la ricostruzione delle tradizionali case su palafitte e ha introdotto innovativi sistemi di filtraggio delle acque reflue.
CESVI continua a monitorare attentamente la situazione e a lavorare instancabilmente per rispondere ai bisogni più impellenti delle comunità, con una priorità assoluta per la salute e la sicurezza dei più vulnerabili.