È partito ieri il primo convoglio di teli di plastica per 1.000 famiglie nei villaggi delle aree remote di Sud Lalitpur, a circa 8 ore di viaggio da Kathmandu. “La logistica non è semplice: ci sono zone di montagna difficilmente accessibili per le condizioni delle strade, che peggioreranno durante l’imminente stagione dei monsoni. Per le famiglie le cui abitazioni sono state distrutte dal sisma, i teli di plastica distribuiti sono un riparo fondamentale dalle piogge monsoniche. Non solo, i teli daranno riparo anche al bestiame e a tutti i beni recuperati sotto le macerie”, racconta Pietro Fiore, esperto di Cesvi impegnato nella risposta all’emergenza in Nepal da 20 giorni.
Il Cesvi si è attivato anche a favore dell’infanzia. Dopo il terremoto del 25 aprile, infatti, quasi il 90% delle scuole è stato dichiarato inagibile e le lezioni sono state sospese. “In questo periodo i genitori e familiari dei bambini sono impegnati nella mietitura del grano, che deve essere completata prima dell’inizio del monsone. Così la maggior parte dei bambini non può essere seguita debitamente e questo rischia di peggiorare il trauma sofferto durante il terremoto, esponendoli a rischi e problematiche relative alla protezione”, spiega Daniela Balin del team emergenze di Cesvi. “Per far fronte a questo problema, grazie alla nostra raccolta fondi da cittadini privati, abbiamo aperto nei villaggi di Khokane e Bungamati 6 centri temporanei per accogliere complessivamente 250 bambini tra i 5 e gli 11 anni”.
Il programma di attività comprende giochi, musica, lettura e sport, ma anche l’assistenza di staff medico e di un esperto psicologo, con l’obiettivo di rafforzare il livello di fiducia dei bambini e normalizzare la loro vita sopperendo alla temporanea sospensione delle attività scolastiche.
Questo intervento è realizzato dal Cesvi in collaborazione con il partner locale Loo NIva Child Concern Group che dal 1997 si occupa di promozione dei diritti dell’infanzia in Nepal.
“Quando ci siamo recati nei centri, i bambini ci hanno accolto con entusiasmo e ci hanno raccontato come hanno vissuto i giorni terribili del sisma”, sottolinea Daniela, “ ci hanno chiesto se anche in Italia ci sono i terremoti: abbiamo raccontato loro dell’Aquila e dell’Emilia Romagna e di come adesso la vita sia tornata alla normalità. Questo semplice scambio ci ha fatto sentire più vicini”.
Insieme a EvK2CNR, Cesvi è inoltre impegnato nella ricostruzione di Thame, un piccolo villaggio sherpa della valle del Khumbu in cui vivono 500 persone. Thame si trova sopra a Namche Bazar: qui il primo terremoto ha provocato danni al 90% delle abitazioni, mentre la seconda scossa ha portato effetti devastanti a causa di una frana che ha trascinato a valle molte case, facendo crollare definitivamente le altre.
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