L’inverno più estremo non è ancora arrivato, ma le temperature in Ucraina sono già scese di molto e stanno generando una nuova emergenza umanitaria, che si somma al dramma di un conflitto che non accenna ad arrestarsi. Insieme alle bombe cade la prima neve e in guerra anche il freddo può diventare un’arma.
Le temperature sono rigide, ci si aspetta di arrivare fino a -20° nelle prossime settimane, ma già in questo momento dieci milioni di persone sono senza elettricità e riscaldamento.
Mancanza di elettricità significa assenza di servizi basilari per la sopravvivenza e per avere un contatto con il mondo esterno: acqua per gli usi quotidiani, connessione internet per comunicare con il resto del Paese, ma soprattutto riscaldamento per scaldare acqua e case. Le persone che in questo momento soffrono il freddo sono per lo più donne, bambini e anziani che restano nelle case ad aspettare chi si è arruolato ed è al fronte.
Incontriamo donne che cercano disperatamente di scaldare i loro bambini tenendo i piccoli piedini tra le mani, ma non basta. I bambini piangono, hanno freddo e nei loro occhi il terrore delle bombe e della guerra che continua ininterrottamente da 10 mesi ha spento la vivacità: anche la neve che un tempo li faceva giocare, oggi è un nemico.
È necessario l’aiuto di tutti per creare dei luoghi di protezione e di calore, e noi di CESVI stiamo allestendo, nella città di Bucha, i primi 11 heating point: luoghi riscaldati dove trovare conforto, riparo insieme a una coperta, una bevanda calda, dei biscotti e degli omogenizzati per i più piccoli e una presa per ricaricare il cellulare e comunicare con il resto della famiglia che si trova altrove. Stimiamo di portare calore a oltre 20.000 persone nelle prossime settimane.
Per farlo abbiamo bisogno del sostegno di tutti ed è per questo che è attiva la campagna #UNACOPERTAPERLUCRAINA, tramite cui chiunque può donare su gofundme.org.