Il progetto “Veniamo noi da te” per gli anziani di Milano si amplia con il servizio di supporto psicologico. Ne parliamo con Sara una delle operatrici attiva da marzo, che racconta come si è evoluto il progetto e il bisogno.
Gli anziani continuano ad essere una delle categorie più colpite dall’emergenza Coronavirus. Sono tra i più fragili sia perché a rischio di contrarre il virus, sia per la condizione di solitudine in cui sono costretti a causa dei divieti e delle regole cui giustamente devono sottostare in questa nuova fase in cui il Covid-19 è tornato nuovamente a fare paura.
Per questo motivo, oltre all’impegno nel territorio di Bergamo, Fondazione Cesvi ha riattivato nell’ultimo mese il progetto “Veniamo noi da te” realizzato in collaborazione con la Cooperativa Spazio Aperto Servizi rivolto agli over 65 del Municipio VI di Milano. In questa fase particolare attenzione è stata data all’aspetto emotivo degli anziani che si trovano, ormai, da lungo tempo, in condizioni psicologiche di grande fragilità.
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L’intervento prevede quindi la possibilità per gli anziani di mettersi in contatto con gli operatori attraverso un numero telefonico per richiedere il supporto di servizi a domicilio, come la consegna della spesa o dei farmaci o l’accompagnamento per visite mediche o per piccole commissioni. Oltre a questo, gli operatori del progetto a loro volta si occupano di rintracciare gli anziani del quartiere per effettuare un servizio di monitoraggio delle loro condizioni di salute psico-fisica. In questa nuova fase si aggiunge ai servizi già attivi quello di supporto psicologico, gestito da psicologi esperti nel campo del trauma. Si tratta di un servizio di ascolto e sostegno non solo per gli anziani di cui ci prendiamo cura e i loro familiari o gli assistenti familiari, ma anche per noi operatori che quotidianamente siamo impegnati in prima linea per portare aiuto e conforto e che siamo sottoposti a un alto stress emotivo.
Questo permetterà una maggiore vicinanza e relazione tra operatori e over 65 del territorio.
Sara è operatrice del progetto “Veniamo noi da te” e ci racconta come funziona il servizio a sostegno degli anziani più fragili e la situazione attuale con nuovi timori, preoccupazioni e difficoltà da parte dei beneficiari cui è necessario stare accanto.
«A marzo 2020, quando è stato attivato questo servizio, la mia attività era quella di supportare i miei colleghi che si occupavano di fare la spesa o di recarsi in farmacia per l’acquisto dei farmaci e consegnare il tutto a casa delle persone anziane che ne facevano richiesta: si appoggiavano i sacchetti sullo zerbino e loro lasciavano una busta con i soldi. A parte qualche occhiata da dietro la mascherina che lasciava intravedere un sorriso, e qualche scambio veloce per accertarsi che la situazione in casa fosse sotto controllo, non c’erano grandi contatti.
L’obiettivo era portare un aiuto concreto, ma anche conforto e vicinanza. Per molti di loro, soli e senza una rete familiare, rappresentavamo l’unica alternativa.
Iniziata la fase 2, quando sono state allentate le misure di sicurezza, sono aumentate le chiacchiere sul pianerottolo. Ho avuto modo di conoscere ancora meglio alcuni anziani accompagnandoli alle visite mediche o coinvolgendoli in attività di socializzazione durante i mesi estivi.
Era tanta la voglia di ripartire, di riappropriarsi delle relazioni, di ritornare alla vita di tutti i giorni. Finalmente, sempre nel rispetto delle disposizioni, ci si poteva vedere per il piacere di stare insieme, non per la necessità di un farmaco o della spesa.
Con l’inizio dell’autunno il numero dei contagi ha ripreso a crescere e a inizio novembre la Lombardia è diventata zona rossa, con nuove limitazioni e rinnovati timori.
È ritornata la paura di contagiare ed essere contagiati, la necessità di doversi isolare per proteggersi, l’incertezza di non sapere cosa succederà. Questa seconda ondata ci ha travolti e con il serio rischio di non riuscire a reggere la situazione e avere un crollo psicologico.
Il telefono del centralino ha ripreso a squillare frequentemente e sono ricominciate le spese, le commissioni, gli accompagnamenti.
Ma si è aggiunto un tassello in più, importantissimo: una linea di supporto psicologico gratuita
È un periodo difficile che ha cambiato tutti e tutte, ma sono sicura che quando saremo fuori da questa situazione sapremo, ritrovare il meglio di noi stessi. Ne sono certa, perché l’ho visto negli sguardi delle persone che ho incontrato “sulla porta”, nei mille caffè e torte alle mele promessi e in quello che per me è sempre stato e sempre sarà il sale della vita: la relazione umana.»
Anche ora non possiamo lasciare sole le categorie più fragili che hanno ancora bisogno di tutto il nostro supporto. Sostieni i nostri interventi:
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