Testo di Matteo Manara, foto di Samson Paul Jesudoss
Elumalai, 13 anni, è uno degli ultimi arrivati alla Casa del Sorriso. Originario di Tindivanam, una municipalità a circa 130 Km di distanza da Chennai, è uno dei ragazzi di cui gli educatori vanno più fieri. Bravo negli studi, partecipa attivamente a tutte le iniziative che gli sono proposte, dalle attività sportive a quelle di giardinaggio, fino alla cura degli animali.
La madre, dovendo dedicarsi al suo lavoro come domestica ed essendo l’unica portatrice di reddito del suo nucleo familiare, non poteva più permettersi di accudirlo e seguirlo. Così, su suggerimento di uno degli insegnanti del ragazzo, è arrivata ad affidarlo a Cesvi, con la certezza che fosse la scelta migliore per la sua crescita.
Questa è una vicenda comune a molte famiglie, tra quelle dei piccoli ospiti della Casa del Sorriso. Anche Gokul, per esempio, arrivato esattamente un anno prima di Elumalai, racconta come, dopo che sua madre iniziò a lavorare, a casa non fosse rimasto più nessuno che potesse prendersi cura di lui. “Mio padre morì e la mia famiglia, già povera, lo diventò ancora di più. Qualunque cosa guadagnasse mia madre, cercavamo di vivere con quello, ma avere cibo e vestiti adeguati era veramente difficile. Inoltre non frequentavo regolarmente la scuola, ero abbandonato a me stesso e vivevo come senza guida, fino a che attraverso uno dei miei zii io e mia madre fummo messi a conoscenza dell’esistenza della Casa del Sorriso”.
Ricordano gli educatori che Gokul arrivò nel corso del mattino di un giorno feriale, all’età di appena 8 anni, quando nella struttura non c’era nessuno, perché gli altri bambini erano tutti a scuola. Per un bambino così piccolo non fu un momento semplice: tra lunghi pianti e silenzi altrettanto duraturi, risultò davvero difficile ottenere da lui una qualsiasi risposta o interazione. Per fortuna che in serata tutti i ragazzi rientrarono a casa e Gokul si integrò presto familiarizzando con il luogo e con i suoi nuovi amici.
Una volta dentro la Casa del Sorriso, il mondo di questi bambini cambia completamente. “Quando vivevo al villaggio nessuno si prendeva cura di me” racconta Elumalai. “Qui invece ci sono molte persone che mi stanno vicino, posso avere cibo sano e un buon livello di istruzione, imparare la buona educazione e come rispettare gli altri. Sono molto felice e anche mia madre lo è tanto!”
Alla Casa del Sorriso Elumalai e Gokul trascorrono molto tempo insieme. Se c’è una sola cosa che li “divide”, forse sono i sogni per il futuro: Elumalai ama molto giocare a pallone e vorrebbe diventare un calciatore professionista, mentre Gokul ha già deciso che una volta terminati gli studi si arruolerà nell’esercito per servire il suo Paese.
Grazie, perché senza il tuo sostegno continuativo Elumalai e Gokul non avrebbero la possibilità di andare a scuola e non potrebbero sperare, un giorno, di vedere i loro sogni diventare realtà.