Dal 2017 Cesvi è impegnato in Italia per proteggere migliaia di bambini e adolescenti che sono vittime di forme di violenza, maltrattamento, solitudine e abbandono. Un impegno che ha portato l’organizzazione a creare la rete “IoConto”, attiva sul territorio nazionale per favorire lo scambio di esperienze e buone pratiche tra operatori di territori differenti. I progetti si svolgono a Napoli, Rieti e Bergamo, e di recente sono stati estesi anche alla città di Bari.
di Nicoletta Ianniello – foto di Roger Lo Guarro
“Mi occupo dei ragazzi nella fascia di età 11 – 13 anni. Questi ragazzi vengono da contesti familiari difficili e tutt’altro che sereni” – racconta Cinzia, 42 anni, educatrice professionale de Il Grillo Parlante, la cooperativa sociale con cui Cesvi collabora dal 2017 nel quartiere di San Pietro a Patierno, alla periferia nord-est di Napoli. “La famiglia tipo è composta da una mamma di 30 anni che ha già 5-6 figli, il primo dei quali sedicenne, una nonna di 45 anni e un padre che nella maggior parte dei casi è agli arresti domiciliari. Per questo molti bambini e adolescenti vivono con i nonni”.
In questi territori è normale che le ragazzine restino incinte a 13-14 anni mentre i ragazzi, alla stessa età, iniziano a farsi attirare dalle lusinghe del soldo facile e della malavita organizzata.
“Con il nostro lavoro cerchiamo di agire sul fronte della prevenzione per evitare che l’ingresso nei circuiti della delinquenza e le gravidanze precoci brucino per sempre il futuro di questi ragazzi. Ogni giorno, ci impegniamo a spiegare loro l’importanza dello studio: l’informazione e la conoscenza sono gli strumenti attraverso i quali potranno uscire dalla spirale di degrado e di violenza in cui sono cresciuti” – continua Cinzia. Le attività del centro sostenuto da Cesvi rappresentano per questi bambini e ragazzi l’opportunità concreta di scrivere una storia diversa da chi li ha preceduti. Una storia che potrà passare dall’apprendimento di un mestiere oppure da un diploma, non importa. Ciò che conta è che capiscano che i risultati vanno conquistati con impegno, onestà, sudore.
In questo percorso, il confronto con altri ragazzi della stessa età li aiuta a scoprire il valore del gruppo e della coesione. Nei quartieri come San Pietro a Patierno, spesso il pregiudizio verso le famiglie si ripercuote sui figli, che rischiano di subire fenomeni di emarginazione e bullismo. Il progetto di Cesvi, al contrario, vuole creare una cultura basata sull’empatia, l’ascolto e il dialogo aperto.
“Lavorare come educatrice mi ha dato e continua a darmi tanto, anche a distanza di anni: per me non è solo una professione, è la vita. Il rapporto con i ragazzi è un’occasione di scambio e di insegnamento reciproco. A volte gli insegnanti sono proprio loro” – prosegue ancora Cinzia. “Voglio raccontarvi un episodio che mi è rimasto nel cuore. L’inverno scorso abbiamo portato i bambini e i genitori in gita a Roccaraso. Non avevano mai visto la neve, e ci siamo commossi di fronte alla loro emozione. Una delle mamme era incinta e durante il viaggio di rientro a Napoli ha iniziato ad avere le contrazioni. Noi operatori ci siamo attivati in prima persona per portarla in ospedale e farle avere tutto il necessario, anche una valigia con il corredo, rimanendo con lei fino a notte fonda. Il giorno dopo ha dato alla luce una bambina. In certi lavori non puoi porre dei paletti rigidi, non puoi ragionare in base agli orari. In quell’occasione mi sono sentita fiera della nostra squadra di operatori e della capacità di accogliere questa mamma come se fosse parte della nostra stessa famiglia”.