Nonostante siano passati 3 anni dal passaggio del devastante uragano che ha distrutto l’isola di Haiti, lasciando dietro di sé 600 vittime e più di 3 milioni di sfollati, la popolazione sta ancora cercando di rimettere insieme ciò che è rimasto delle proprie abitazioni e delle proprie vite.
Uno dei villaggi che ha subito più danni è Espere, frazione del comune di Pestel nel sud-ovest dell’isola. In questo villaggio di 80.000 abitanti, tra i più poveri e rurali di tutta l’isola, l’uragano Matthew ha distrutto tutto; case, raccolti e bestiame sono stati spazzati via dalla potenza del vento che soffiava a più di 200 km/h. Le case e gli edifici di lamiere traballanti sono stati quasi del tutto rasi al suolo, lasciando gli abitanti senza case, senza scuole e ospedali. A causa delle strade impraticabili anche procurarsi cibo e acqua potabile è diventato un’impresa.
Anche Bernard Fritzner, agricoltore di 56 anni, e la sua famiglia si sono ritrovati senza più nulla. Prima del passaggio dell’uragano la loro vita trascorreva tranquilla. Il ritmo delle sue giornate era scandito dalla necessità di provvedere ai bisogni della famiglia, in tutto sette componenti, che sosteneva con i proventi della vendita dei tuberi coltivati.
“L’uragano ci ha portato via tutto, siamo rimasti senza casa, senza lavoro, abbiamo fatto molta fatica a sopravvivere. Non riuscivo a dormire dal timore di non riuscire a prendermi cura della mia famiglia, di non poter sfamare e mandare a scuola i miei figli.” È quello che racconta Bernard agli operatori Cesvi, conosciuti grazie alla mediazione delle autorità locali Haitiane che hanno fatto da collegamento tra la popolazione e l’organizzazione.
Attraverso il progetto “Supporto integrato alle famiglie vulnerabili colpite dall’uragano Matthew ad Haiti” finanziato da ECHO, che aveva l’obiettivo di supportare la popolazione colpita dall’uragano a ricostruire ciò che era andato distrutto, rafforzandone la resilienza e la capacità di superare i traumi e le paure, Cesvi ha potuto dotare Bernard di una casa sicura. “La mia nuova casa è grande e davvero solida perché è stata costruita grazie all’utilizzo di tecniche e materiali resistenti ai sismi e ai cicloni, così da prevenire eventuali crolli” continua Bernard. “L’aver partecipato ai lavori mi rende orgoglioso, perché ho potuto contribuire in prima persona alla sicurezza e al benessere della mia famiglia”.
Quella di Bernard è una delle 3.000 famiglie che hanno beneficiato dell’intervento di Cesvi, ricevendo oltre a una casa sicura, delle formazioni su tecniche di coltivazione in contesti soggetti a catastrofi naturali e un piccolo contributo economico per aiutarli far ripartire le attività agricole.
“Grazie al progetto finanziato da ECHO ho nuovamente un lavoro e posso provvedere ai bisogni della mia famiglia e garantire un’educazione ai miei figli. Non mi aspettavo tutto questo aiuto. Il lavoro di Cesvi nel nostro paese è fondamentale per aiutare le persone a riappropriarsi di una vita dignitosa e sicura”.
Foto di copertina: Roger Lo Guarro.